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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Di C. D. - “Corriere Romagna”, 29 Marzo 2005

 

RAVENNA - A tradirlo è stato il suo passato e un’impronta digitale lasciata su un barattolo di maionese. Fausto Rossi, 44 anni, originario di Bollate (Milano) è stato arrestato sabato notte dalla polizia con l’accusa di rapina. L’ordine di custodia cautelare in carcere emesso dalla Procura di Ravenna è stato eseguito dagli uomini della Squadra Mobile e dagli agenti del Commissariato di Faenza. Proprio nella città manfreda Rossi è accusato di aver addormentato con sonnifero e rapinato un giovane trentenne.
La storia che lo vede protagonista è ambientata nel mondo degli annunci a pagamento destinati a un pubblico gay. I due uomini si erano conosciuti proprio così. Il 30enne faentino aveva inviato poche righe a una rivista specializzata. Pochi giorni dopo il 44enne milanese aveva risposto chiamandolo al numero di cellulare lasciato come contatto. I due si erano subito accordati per passare una serata assieme a Faenza. Un appuntamento al buio in piena regola, con tutti i rischi del caso: come quello di veder bussare alla propria porta un pregiudicato con precedenti specifici.
Una persona dal passato tormentato e dal presente ambiguo. Rossi si era presentato puntuale tra il 20 e il 21 gennaio nell’appartamento dove il giovane abitava da solo. Come omaggio il milanese aveva portato anche un vassoio di dolci. Dolci molto particolari, visto che erano imbottiti di farmaci e sonniferi. I due avevano cenato amabilmente e alla fine avevano provato anche il dessert. Il milanese con una scusa studiata ad arte ha evitato i dolcetti, il faentino no. E dopo pochi minuti è caduto in un sonno profondissimo. Il risveglio è stato amaro e umiliante. Nella casa erano spariti tutti i contanti - circa duecento euro - e diversi apparecchi elettronici, tra cui il lettore dvd e una macchina fotografica Nikon. Il tutto per un valore di diverse centinaia di euro. La giovane vittima però non ricordava praticamente nulla. Vincendo la paura e i pregiudizi, ha fatto la scelta coraggiosa di rivolgersi alla polizia. Purtroppo però la sua testimonianza non ha aiutato molto gli agenti del Commissariato manfredo. La casa è stata quindi presa in consegna dalla Scientifica di Faenza che si è messa alla ricerca di elementi utili alle indagini. Un lavoro non facile, però, visto che il presunto rapinatore aveva provveduto a far sparire ogni traccia. La spazzatura era stata buttata e le stoviglie utilizzate erano state lavate, così come i mobili che erano stati spolverati precauzionalmente.
Quando il caso sembrava destinato a una difficile conclusione c’è stata una svolta. L’uomo rapinato ricordava solo un flash della cena con un barattolo di maionese messo sul tavolo. Quel barattolo è stato preso dal frigorifero e sottoposto a rilievi dattiloscopici. Sul vetro c’era solo un’impronta, l’unica non ripulita dall’aggressore. Un solo errore che gli è costato il carcere. Nel casellario centrale della polizia a quell’impronta corrispondeva infatti un nome. Un nome di pregiudicato con precedenti specifici. La polizia lo è andato a prendere nell’hinterland milanese. Ora si trova nel carcere di San Vittore. Gli inquirenti sospettano che quello di Faenza possa non essere l’unico “scherzo” compiuto dall’uomo. Ma forse pudore e pregiudizi gli avevano, fino a pochi giorni fa, garantito l’impunità.

 

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