Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

Sopra ci passano auto e mezzi pesanti, sotto c’è la disperazione. E là, sotto Ponte Marconi, nella notte tra sabato e domenica un giovane rumeno di vent’anni, il manovale Mihail Hantescu, è stato ridotto in fin di vita dentro la baracca in cui abitava. Motivi passionali costituirebbero il movente che ha armato la mano di altri due rumeni, un po’ più grandi dell’aggredito, due immigrati di 28 e 21 anni che gli hanno sfondato la testa rendendolo clinicamente morto. Sullo sfondo una ragazzina di 16 anni, anche lei rumena, che vive nella baracca adiacente a quello dell’aggredito. I due, P.G. e il suo compagno più giovane N.T., originari di Braila come la ragazzina, sono stati fermati per tentato omicidio. Il pm che se ne occupa è Giancarlo Capaldo. Era l’una di notte quando un italiano che dorme dentro la propria auto sul lungotevere, a causa di uno sfratto e della separazione dalla moglie, ha avvertito un gran trambusto salire dal greto del fiume. L’uomo, che conosce i rumeni accampati precariamente là sotto, è accorso e ha trovato il giovane rantolante con la testa sfondata. Subito è scattato un allarme per il 113, è giunta un’ambulanza, ma al San Camillo il giovane è arrivato quando ormai il suo elettroencefalogramma era piatto. E così per il giovane manovale addetto a lavori di ristrutturazione edile, privo di precedenti penali, non c’è stato più nulla da fare. Gli inquirenti della terza sezione della Squadra Mobile, diretta da Eugenio Ferraro, stavano cercando ieri sera il padre del giovane, anche lui immigrato a Roma, per poter disporre del corpo ormai privo di vita cosciente.
Intanto sul posto si ricostruivano i lineamenti di un lungo litigio che si è concluso con l’aggressione mortale. Sono stati i vicini dell’aggredito, una sedicenne e sua madre, a riferire della gelosia divampata intorno alla ragazzina. Tra l’aggredito e i due aggressori era già divampata da tempo la lite. Ad alimentarla, oltre alla gelosia per la bella rumena, anche le presunte voci sull’omosessualità dei due aggressori. A metterle in giro, questa l’accusa degli interessati, sarebbe stato il rivale punito poi stanotte a colpi di bastone. Difficile per gli investigatori trovare i corpi contundenti in mezzo a una vera e propria discarica di attrezzi e bastoni di legno che c’è sotto il ponte. I due rumeni sono stati rintracciati nella notte mentre si aggiravano vicino alla loro baracca a 500 metri di distanza. Erano ubriachi.

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