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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Prima messaggi dolci e piccanti on line, poi l’appuntamento in casa

Di Emanuele Coppari – “Corriere Adriatico”, 28 Giugno 2005

 

ANCONA - Prima l’infatuazione via Internet, poi il sospetto di abusi sessuali. Finisce in tribunale il rapporto d’amore omosex tra due studenti della provincia di Ancona. I messaggini dolci e un po’ piccanti che si incrociavano nella realtà virtuale piombano in un’aula di tribunale sotto forma di accuse di violenze. “Mi ha sbattuto sul letto e mi ha costretto a massaggi sexy”, denuncia il più piccolo dei due. Il suo ex compagno non ci sta a prendere pugni invece di carezze, ma dovrà affrontare un processo e portare ancora per diversi mesi il peso di quei gravi sospetti.
Ieri è stato rinviato a giudizio per violenza sessuale dal Gup Alberto Pallucchini. Si vedrà il prossimo autunno se davvero è finita così male una love story stile terzo millennio. Via fiori e letterine, le tenere effusioni viaggiano per e-mail. Anche i costumi più liberi e un po’ licenziosi sono il segno dei tempi: sono due “lui” a stabilire una corrispondenza high tech d’amorosi sensi.
I due ragazzi, 23 anni uno e 16 l’altro, si erano già conosciuti. Ma hanno scoperto a forza di picchiare il polpastrello sulla tastiera e a dialoghi a distanza che tra loro stava nascendo qualcosa di più di una semplice amicizia. Galeotta è stata la navigazione on line. Messaggini e chat hanno scavato nel cuore dei due giovani che hanno cominciato ad intrecciare una relazione sentimentale sul web.
Poi le paroline dolci inviate con un clic non bastavano più, i pensierini romantici e gli ammiccamenti erotici nemmeno. Era arrivata l’ora dell’appuntamento, bisognava far maturare quell’amore platonico-virtuale. Hanno deciso di vedersi nell’appartamento del minorenne. E’ partito da lui l’invito. Lui ha aperto le porte di casa a quello che si sarebbe poi rivelato un nemico. Proprio quelle pareti avrebbero fatto da cornice all’episodio incriminato. Il ragazzino dice di essere stato spinto sul letto e poi costretto a subire quaranta minuti di massaggi hard.
Una prestazione a luci rosse che lui non avrebbe mai voluto, almeno stando alla sua decisione di denunciare il compagno gay, quel ragazzo più grande che aveva conosciuto più a fondo nelle emozioni e nei sentimenti dalle frasi che scorrevano sul video del computer.
Accuse credibili le sue, per il sostituto procuratore Valeria Sottosanti, che ha ripercorso la tormentata storia d’amore dei due giovani.
L’incontro ravvicinato non è l’unica macchia di una relazione allacciata nel 2002 e durata diversi mesi. In altre occasioni i due si sono trovati da soli in intimità e il più grande avrebbe ripetuto la scena, convincendo con le maniere forti il partner a lasciarsi andare a sexy atteggiamenti.
Per vincere i freni inibitori avrebbe fatto ricorso anche a minacce del tipo: «O ci stai o dico a tutti che sei omosessuale».
Un feeling che si è rotto, l’incantesimo della liaison via Internet che si è spezzato fino a lasciare sul campo solo briciole avvelenate? O magari solo una cinica vendetta per una storia d’amore di nuova generazione che era destinata a tramontare presto? Una risposta dovrà darla il giudice dopo il dibattimento. Bisognerà ricostruire tutte le tappe di una vicenda che lascia ancora molti punti oscuri e sulla quale gravano ancora grossi punti interrogativi.
Il giovane imputato rigetta ogni accusa e proverà a dimostrare di non aver costretto nessuno a fare alcunché in camera da letto, che l’altro era consenziente. Insomma non ha vestito i panni da protagonista di scene boccaccesche. Per conoscere una verità c’è da attendere ancora qualche mese. La cautela negli incontri on line invece non può più aspettare.

 

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