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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Ingiuriate e denunciate

“Gaynews.it”, 09 Giugno 2005

 

Mentre mi trovavo all'interno di un noto ipermercato veronese, la mia compagna ed io ci siamo baciate ed abbiamo, per alcuni minuti, tenuto un atteggiamento "affettuoso".
Dopo qualche minuto siamo state avvicinate da due dipendenti che ci hanno chiesto di seguirli. Una volta portate in uno stanzino ci sono stati chiesti i documenti, verificato che il mio stato civile era coniugata, mi sono stati chiesti 1500 euro per non rendere pubbliche le registrazioni delle videocamere interne all'ipermercato.
Dopo il litigio ho cercato di andarmene con la mia compagna, ma siamo state inseguite, picchiate, ingiuriate.
Dopo essere riuscite a scappare, mi sono recata in una caserma dei CC che si rifiutarono di raccogliere la mia denuncia, mi invitarono a togliermi il cordino della pace attaccato al mio cellulare, in quanto, secondo loro, offensivo per le forze italiane impegnate in Iraq e mi strapparono le tessere di partito, (PdCI) e delle associazioni GLBT (Arcigay, Arcilesbica).
La prima udienza del processo che mi vede falsamente imputata si terrà il giorno 14 c.m. alle ore 9 presso la sezione penale del Tribunale di Verona.

Si terrà una conferenza stampa sabato 11 giugno presso la sala Elisabetta Lodi Via S. Giovanni in Valle N.13/b Verona alle ore 10.30

Simonetta Brizzi Consigliere nazionale Arcigay
Vicepresidente Arcigay Veneto, Arcigay, Arcigay donna, Pianeta Urano Verona
Portavoce Veneto Pasolini PdCI

 

Due nuovi reati per la fuga dal supermarket

“L'Arena di Verona”, 13 Luglio 2005

 

È proseguito ieri il processo a Simonetta Brizzi, presidente dell’Arcigay donna e alla sua compagna Emilia Jwina Rabiarez, accusate di aver rubato un profumo al supermercato Auchan di Bussolengo, di aver investito un addetto alla sicurezza e di aver anche denunciato falsamente di essere state sequestrate. A queste contestazioni, il pubblico ministero Carlo Villani ha aggiunto altre due ipotesi di reato: la resistenza a pubblico ufficiale e le lesioni a due carabinieri che durante la fuga avevano tentato di fermarle.
La decisione del magistrato è stata comunicata al giudice Stefano Sernia dopo le testimonianze dei due militari che hanno raccontato di aver inseguito l’auto di Simonetta Brizzi fuori dal supermarket e di essersi spostati per non essere investiti dopo una manovra azzardata per sfuggire agli inseguitori. Uno dei due carabinieri ha anche raccontato di aver visto l’addetto dell’Auchan sul parabrezza della macchina mentre tentava di fermare la corsa.
Ma in questo processo c’è la versione delle due imputate che è diversa rispetto a quella di carabinieri e vigilantes. Simonetta Brizzi aveva raccontato che lei e Emilia Jwina Rabiarez erano vicino alla macchinetta del caffé del supermercato e lì si erano scambiate un’effusione. Poi erano andate a comprare le scatolette per i cani e, alla cassa, gli addetti si erano avvicinati. La sua compagna si era allontanata perché non aveva il permesso di soggiorno e temeva di essere identificata. Brizzi, che ha sempre sostenuto che lei e la sua compagna non avevano rubato nulla, aveva poi aggiunto che erano state portate in uno sgabuzzino. Lì, sempre secondo la sua versione, aveva ricevuto una richiesta di danaro, millecinquecento euro, per evitare uno scandalo sulla loro effusione.
Gli avvocati Anastasia Righetti e Danilo Montanari, difensori di Brizzi, l’avvocato Maila Meniconi, che assiste Rebiarez, hanno rivolto numerose domande ai testimoni. Poi hanno chiesto di acquisire gli atti relativi alla presenza in servizio di uno dei due carabinieri che aveva raccontato di essere stato giudicato guaribile in tre giorni dopo le lesioni riportate nella caduta.
Il Partito dei comunisti italiani del Veneto ha espresso solidarietà all’iscritta Simonetta Brizzi. La storia, secondo la formazione politica, è scaturita da una discriminazione nei confronti delle due donne.

 

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