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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Il sospettato prima nega. Poi confessa: «Mi perseguitava. Gli ho sparato con la pistola di papà»
Ventenne arrestato per l’omicidio del bancario trovato cadavere in un pozzo a Caltanissetta

“Il Tempo”, 30 Dicembre 2005

 

CALTANISSETTA - Alessandro Felice Vanasco, il bancario di Caltanissetta scomparso lo scorso sette dicembre e ritrovato morto la vigilia di Natale dentro un pozzo, sarebbe stato ucciso da Luigi Maria, un ventenne di San Cataldo che l’uomo ucciso avrebbe «perseguitato» per avere con lui una relazione. La squadra mobile nissena ha risolto, mettendo nero su bianco la confessione dell'omicida, il rompicapo di un omicidio che è sembrato inspiegabile per circa un mese. L'assassino è stato incastrato incontrovertibilmente dal proprio giubbotto ripescato dagli investigatori sul fondo dello stesso pozzo in cui Luigi Maria aveva gettato il cadavere della vittima. All’interno dell'indumento, infatti, la polizia ha trovato un mazzo di chiavi e un telefonino. La carta sim del cellulare ha messo gli inquirenti sulle tracce del giovane e la prova finale gli investigatori l'hanno avuta quando con le chiavi trovate nel giubbotto hanno aperto il portone di casa di Luigi Maria, in via Stazzone a Caltanissetta. Poi l'arresto e la confessione. Non ha detto subito tutto il presunto assassino del bancario. Prima ha parlato di un'estorsione che avrebbe tentato nei confronti del bancario. «Gli ho chiesto 5 mila euro», ha detto. Ma i poliziotti, non convinti, hanno insistito. E Luigi Maria ha rivelato uno scenario più convincente per chi ha indagato fino ad oggi sul delitto: un rapporto tra omosessuali con avances più insistenti da parte della vittima che l'assassino avrebbe respinto. Secondo le ammissioni dell'indagato, la vittima e il presunto omicida si sarebbero appartati per discutere sulla loro situazione ma il diverbio sarebbe ben presto degenerato. Luigi Maria avrebbe spiegato che il bancario, da tempo, faceva pressioni per avere una relazione stabile e che più volte lo aveva seguito e minacciato. «L'ho ucciso - ha detto Maria agli investigatori - con la pistola calibro 7,65 di mio padre che fa la guardia giurata a Caltanissetta. Poi ho gettato il cadavere nel pozzo ma nell'operazione è caduto anche il mio giubbotto». Il ventenne, impiegato in un negozio di detersivi di San Cataldo, ha gettato il corpo di Vanasco in una cisterna che si trova nel terreno di uno zio paterno. È stato proprio quest'ultimo ad avvertire gli inquirenti che dal pozzo giungeva un odore poco gradevole. Luigi Maria, a tarda notte, è stato accompagnato in questura dove ha confessato di avere ucciso Vanasco perchè «mi perseguitava e pretendeva rapporti intimi». Alcuni giorni dopo il delitto, quando il cadavere non era stato ancora trovato, Luigi Maria sarebbe tornato nel pozzo, in contrada Tabbita, per recuperare giubbotto, cellulare e chiavi ma non vi sarebbe riuscito. Lo hanno fatto invece i poliziotti nisseni, dando la svolta finale al giallo del bancario ex dj assassinato. Sulla sua morte si erano fatte molte ipotesi. la più accreditata sembrava quella del tentativo di rapinare la banca, ma sembrava un «colpo» organizzato da dilettanti perché comunque i soldi all’interno dell’istituto di credito non sarebbero stati una facile «preda» per i malviventi, anche avendo tra le mani il bancario. Ma gli investigatori avevano un asso nella manica: il giubbotto del giovane poi arrestato.

 

“La Repubblica”, 5 Gennaio 2006

 

Caltanissetta - «Ho ucciso perché gli omosessuali mi fanno schifo». Così Luigi Maria, in carcere per l’omicidio del bancario Alessandro Vanasco, avrebbe detto durante un colloquio con la madre Maria Catena Ficarra. Il ventenne aveva già confessato di aver ucciso Vanasco, 38 anni, scomparso il 7 dicembre e ritrovato in un pozzo la vigilia di Natale. il giovane aveva anche rivelato ai magistrati di aver pianificato l’uccisione di un altro uomo quella stessa sera. Il legale di Maria, l’avvocato Salvatore Daniele, chiederà una perizia psichiatrica sul giovane, ma secondo la Procura il presunto assassino è «perfettamente in grado di intendere e di volere».

 

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