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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Dall'ottimo “Omocidi” di Andrea Pini (Stampa Alternativa, 2002)

 

A Mazzarà, un paesino in provincia di Messina, un uomo di 33 anni venne ucciso da due sicari, che il processo di primo grado accertò essere stati assoldati dal padre della vittima. Il giovane, Giuseppe Mandanici, che spesso si prostituiva travestito, venne ferito con tre colpi di pistola e morì per le complicazioni alcune settimane dopo. Il padre Vincenzo, un vivaista 58enne, non aveva mai accettato la vita del figlio e più di una volta lo aveva picchiato. Gli aggressori sono stati condannati per omicidio preterintenzionale: Massimiliano Maniscalco, 18enne, a 10 anni, e Francesco Floramo, 28enne, a 8 anni. Secondo il giudice l'obbiettivo non era l'omicidio, volevano "solo" dargli un avvertimento e una lezione. Il padre, ritenuto il mandante, ebbe la pena più forte con 12 anni. Ma la sentenza d'appello ribaltò i risultati, assolvendo il padre per non aver commesso il fatto e dimezzando la pena ai due sparatori. La Corte d'appello sostenne che il vivaista non avrebbe dato l'incarico né di uccidere né di sparare, ma semplicemente di spaventare quel figlio che si travestiva sui marciapiedi della zona.

Giuseppe è stato intervistato da "Repubblica" mentre era in ospedale, prima dell'aggravamento, e le sue parole risuonano ancora drammatiche: "Mio padre è un mostro, e io che ci sono stato assieme 33 anni... Anni di minacce e di botte. Già un'altra volta mi aveva piantato un coltello in un braccio. Sono ancora vivo ma resterò sempre una vittima. Sono solo come un cane, non ho un amico. Io non ho mai potuto frequentare nessuno, neanche entrare in un bar senza che mi prendessero in giro. (…) Mi prostituisco da 4 anni, è l'unico modo che ho per fare del sesso, per avere una sessualità. (…) Mia madre è una vittima. All'inizio, quando ho cominciato a travestirmi, provò a schierarsi dalla mia parte. Ma non ha retto a mio padre. Così si mise anche lei a picchiarmi pur di farlo contento".

 

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