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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Dall'ottimo “Omocidi” di Andrea Pini (Stampa Alternativa, 2002)

 

Gregory Stewen Behedydt, 51 anni, americano nativo dell'Ohio, pastore della Chiesa anglicana. Trasferito in città nell'estate precedente, proveniva da Tangeri dove era stato sacerdote per un lungo periodo. Era un single benché la sua chiesa preveda il matrimonio. Ed un suo collega reverendo, alla domanda se Padre Gregory fosse omosessuale, non ha avuto problemi a rispondere: "È probabile che lo fosse".

Il pastore è stato ucciso nella sua casa, sopra la chiesa anglicana di via Solferino. Il cadavere, trovato nel bagno di servizio, era vestito, legato a una sedia e imbavagliato con nastro adesivo da pacchi. Nell'appartamento vi erano tracce di una cena per tre, rovistati cassetti e armadi, rubata la somma di 1,4 milioni, trovati filmini e riviste pornogay, alcune in bella evidenza accanto al cadavere. La vittima è stata colpita alla testa con un tagliere da cucina, ma la morte è sopravvenuta per asfissia nelle ore successive, a causa dell'emorragia e dell'imbavagliamento della bocca e del naso.

(…) Il caso di Padre Gregory è stato, almeno in parte, risolto. Presso di lui abitavano da un paio di mesi due giovani croati, Denis Besirevic, 20enne e Andrija Mkostic, 32enne, ospiti in cambio di qualche lavoretto nella chiesa. Subito dopo il delitto i due immigrati erano scomparsi lasciando numerose tracce, tanto che la polizia ha subito indirizzato le ricerche verso di loro. Pochi giorni dopo Denis Besirevic si è costituito in Croazia dove è tuttora detenuto. Invece del presunto complice Andrija si sono perse le tracce. All'origine del delitto, secondo Denis, sembra esserci stata una lite perché il prete voleva liberarsi di lui e del suo amico. La costituzione croata impedisce l'estradizione di cittadini arrestati sul proprio territorio per un reato commesso all'estero, e questo ovviamente complica le cose per la giustizia italiana e per il definitivo chiarimento del caso. Nella sua confessione Denis racconta dell'ospitalità presso Padre Gregory, inizialmente molto accogliente. Poi una sera il sacerdote gli dice che erano diventati un peso. "Si mise a urlare - dichiara Denis alle autorità croate - sostenendo che anche i suoi fedeli gli rimproveravano la nostra presenza. Urlava e dentro di me cominciava a montare la rabbia. Finché non gli ho dato uno schiaffo. Lui me l'ha restituito bestemmiando mia madre... Ho preso un tagliere di legno e, stringendolo con tutte e due le mani, l'ho colpito alla testa. Lui ha gridato qualche cosa e allora l'ho colpito altre due volte, sempre sulla testa. Pensavo fosse svenuto, per cui gli ho legato le mani dietro la sedia con del nastro adesivo. Andrija si è avvicinato al sacerdote e lo ha trascinato nel bagno insieme alla sedia, mentre io sono andato in soggiorno a riflettere". Denis nella sua confessione omette ogni riferimento all'omosessualità, ma le sue parole tradiscono molta ingenuità anche quando tenta di motivare la propria rabbia violenta con una bestemmia detta dal prete, e ancor più quando dichiara, molto inverosimilmente, di essere andato "in soggiorno a riflettere". In realtà l'uomo ha rubato il rubabile ed è fuggito, senza neppure preoccuparsi di verificare se il poveraccio era morto o se poteva ancora sopravvivere nonostante le botte, il sangue e il nastro da pacchi sul volto.

 

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