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Aggiornato
Venerdì 26-Gen-2007
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Dall’ottimo “Omocidi” di Andrea Pini (Stampa Alternativa, 2002)
Giancarlo Carnevali, 63 anni, è ucciso nel 1993 da due prostituti-tossicodipendenti. Funzionario della Banca dell'Agricoltura in pensione, benestante e vedovo da pochi anni, la sua vita sessuale si limitava a rapporti con prostituti che incontrava generalmente in un locale "specializzato" che ora non esiste più. Era molto legato alle tre sorelle che si sono poi costituite parti civili nel processo, senza rifiutare l'omosessualità del parente, fatto non usuale da parte dei familiari delle vittime gay. Nonostante le sorelle sapessero dei suoi incontri "segreti", Carnevali era un uomo dalla doppia vita. La sera del delitto si era recato al "Contatto", locale in cui cercava qualche giovane prostituto. Fu visto allontanarsi in taxi con due uomini. Il giorno dopo la cameriera trovò il suo cadavere nudo, a terra in camera da letto, attorno al collo la cravatta con la quale era stato strozzato. La casa era a soqquadro e mancavano alcuni oggetti. L’inchiesta ha mostrato un aspetto nuovo: per la prima volta si è stabilita una spontanea collaborazione, rivelatasi poi fondamentale, fra gli omosessuali e la Questura. I gestori del locale hanno subito testimoniato quello che avevano visto e hanno riconosciuto nelle foto segnaletiche della Questura uno dei due giovani accompagnatori di Carnevali. Si trattava di un prostituto abituale, cocainomane, noto col soprannome di Mimmo il tarantino. (…) Le indagini in dieci giorni risolsero il caso Carnevali: furono arrestati a Milano due uomini. I loro nomi erano Cosimo Semeraro, 30 anni, e Adriano Cavallo, 25 anni, di origine pugliese e residenti a Milano, dove vivevano facendo saltuariamente i camerieri e più sovente i prostituti. Le indagini accertarono che i due spesso si spostavano a Roma per prostituirsi e che erano cocainomani. A casa di Carnevali, dopo che entrambi avevano avuto con lui un rapporto sessuale, scattò un diverbio per due accendini d'oro rubati e da lì l'aggressione all'anziana vittima, fra l'altro claudicante, che si concluse con lo strangolamento. I due assassini portarono via 300.000 lire, 2 orologi d'oro, 30-40 pezzi d'argenteria e alcuni quadri. La mattina dopo i due uomini, nascosta la refurtiva, erano già a prostituirsi nel cinema a luci rosse di piazza Esedra. Entrambi gli imputati sono stati condannati per omicidio volontario, rapina e furto: Semeraro a 24 anni di detenzione e Cavallo a 23 anni. |
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