Troppo
normali, troppo integrati, troppo felici gli amanti omosessuali di Oliviero
Toscani ritratti sul divano con abiti RA-RE. Una scena d'intimità
gay, calda e strizzosa, come da anni è presente nelle pubblicità
di paesi come la Francia o l'Inghilterra ed immagine quasi quotidiana
in democrazie come Svezia e Olanda ma che costituisce scandalo nello
stato meno libero d'Europa: l'Italia. Al Moige la potente associazione
dei genitori non è andata giù la pubblicità che
mostrava omosessuali così lontani dallo stereotipo macchiettistico
con cui vorrebbero si rappresentassero e ce l'hanno messa tutta per
vincere la campagna di protesta per censurare in ogni modo l'immagine
della coppia gay che fino ai giorni scorsi poteva liberamente campeggiare
dai manifesti delle nostre città.
Un
caso di censura omofoba?
L'Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (o Iap) che ha sede a Milano,
pressato di lettere, fax e telefonate, ha ceduto alle richieste presentate
in una denuncia dalla presidente Maria Rita Munizzi (foto) che, mobilitate
le sue innumerevoli sedi sparse in Italia, si è richiamata direttamente
al Codice di Autodisciplina Pubblicitaria dell'Istituto accusando la
pubblicità di Toscani di costituire tra le altre cose "uno
scossone per la sensibilità dei bambini". Lo Iap ha dunque
vietato l'affissione dei manifesti ritenendo le immagini della coppia
gay "indecenti, volgari e ripugnanti" (art. 9 del Codice),
"sleali e scorrette" (art. 1) e "dannose per i bambini,
psichicamente, moralmente o fisicamente" (art. 11). Un provvedimento
severissimo come non se ne vedevano da anni, sorprendente nel paese
dello slogan libero (e non solo politico), dove "la patata tira"
(Amica Chips) e vengono da sempre diffuse pubblicità eterosessuali
che rasentano la pornografia (vedi foto). La signora Munizzi nella nota
di plauso alla decisione diffusa lo scorso lunedì ha auspicato
che la vicenda serva da monito futuro e tentando di schivare le accuse
di omofobia che intanto le stanno piovendo addosso ha riferito che avrebbe
rivolto la stessa attenzione a soggetti di qualsiasi orientamento sessuale.
Eros
gay no, etero sì
In questo in verità la signora Munizzi appare poco credibile.
Sembra strano infatti che grandi energie il Moige le spenda proprio
nelle battaglie di contrasto a qualsiasi rappresentazione normale dell'omosessualità
come dimostrano le azioni che furono intraprese contro la trasmissione
"I fantastici 5" e le centinaia di comunicati con cui i genitori
del Moige si impegnano ogni giorno a contrastare le politiche in favore
delle famiglie e delle unioni di fatto omosessuali. In fondo basta notare
come il Moige attraverso l'"Osservatorio TV" consideri sempre
l'omosessualità volgare in sé e marchi come sgraditi telefilm
leggerissimi tipo "Will e Grace" o richieda che opere come
il serial TV "Mio Figlio", accettabili semplicemente "perché
non spacciano l'omosessualità per beata normalità"
(comunicato del 11/01/2005), siano trasmessi non prima della seconda
serata.
Discriminazione
con finanziamenti pubblici
Nonostante
gli evidenti difetti di pluralismo che contraddistinguono le sue politiche
sulla famiglia il Movimento Italiano Genitori, onlus presente in 25
province, è stata ammesso al Forum Nazionale del Terzo Settore,
gode per le sue campagne delle adesioni di tutte le amministrazioni
locali italiane, dalle Regioni alle Province ai Comuni, della collaborazione
di aziende "profit" per l'infanzia come Artsana e Chicco e
di multinazionali come Micorsoft, Sony e Philip Morris Italia, azienda
quest'ultima che paradossalmente collabora proprio alle campagne antifumo
organizzate dal Moige!
Ma sembra anche strano che tra gli enti collaboratori
ci siano la Regione Lazio e la Cattedra di Medicina Sociale dell'Università
di Roma La Sapienza. Strano perché gli enti pubblici sono finanziatori
di una campagna contro la pedofilia che contiene tantissime imprecisioni
tendenziose in un argomento per giunta molto delicato. Da uno dei siti
curati dall'associazione dei genitori, prevenzionepedofilia.it, emerge
infatti la reale concezione dell'omosessualità per i genitori
del Moige. In una classifica delle tipologie di pedofili tra i più
pericolosi c'è infatti il "pedofilo omosex" come viene
definito il soggetto omosessuale che diventerebbe pedofilo perché
soffrirebbe di "carenza affettiva genitoriale materna" e con
"un processo di identificazione col fanciullo attraverso l'abuso"
troverebbe "sollievo alla sua angoscia esistenziale". La classificazione,
ovviamente senza fonte scientifica, è sbagliata, come sostiene
Margherita Graglia, psicologa e psicoterapeuta, che precisa, "Il
pedofilo ha una sessualità immatura che può orientare
verso l'uno o l'altro sesso, è errato fare una correlazione tra
pedofilia e orientamento sessuale". Arrabbiato della cosa Fabrizio
Marrazzo presidente di Arcigay Roma, "Il patrocinio della Regione
Lazio al sito www.prevenzionepedofilia.it risale all'amministrazione
Storace", afferma il giovane ingegnere napoletano, "esigeremo
sicuramente dall'attuale Governatore al nostro prossimo incontro che
la Regione ritiri il suo appoggio a questa iniziativa che riporta frasi
omofobe e razziste confondendo la pedofilia con l'omosessualità".
Per tornare all'aspetto pedagogico è poi vero che una pubblicità
con due uomini che si baciano può indurre emulazione nei bambini
come ha accusato di recente pure Clemente Mastella dalle pagine di un
quotidiano? "Ai bambini una pubblicità del genere non fa
proprio nulla", afferma Margherita Graglia, "piuttosto una
immagine come quella della pubblicità RARE può essere
ritenuta pericolosa per gli adulti che vedono una minaccia in due uomini
che si scambiano effusioni. Se basta una immagine a creare emuli a guardare
tanti cartoni violenti e la televisione che abbiamo in Italia (da cui
i gay e le lesbiche, peraltro, sono rigorosamente tenuti lontani, ndr)
avremmo le città piene di criminali".
Ma l'omosessualità per i genitori del Moige è qualcosa
evidentemente da curare e che va di pari passo con un disturbo come
la pedofilia. Chissà se le aziende sponsor del "Movimento
dei Genitori", da Sony, a Chicco, a Microsoft, condividono gli
stessi valori razzisti…