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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Teppisti in centro

Di Angelo Conti - “La Stampa”, 29 Marzo 2001

 

Agguato ai gay, l’altra notte, nel cuore della città. Cominciato come uno stupido gioco è finito con una selvaggia ed immotivata aggressione. Un gruppo di teppisti, appostato intorno al Centralino Club, in via delle Rosine, dove era in svolgimento una festa gay, ha atteso per ore l’uscita delle coppie di omosessuali, cominciando ad inveire nei loro confronti, con minacce e frasi particolarmente pesanti. Verso le 3, una delle ultime coppie che lasciava il locale, è stata aggredita e picchiata, mentre stava percorrendo via Giolitti: un giovane di 27 anni, che è stato schiaffeggiato, spintonato, scaraventato sull’asfalto e poi colpito con calci e pugni, ha anche riportato ematomi e lievi lesioni. Il fatto è stato segnalato ai carabinieri della stazione San Salvario, mezz’ora dopo l’accaduto, ed a questa è seguita una dettagliata denuncia alla magistratura. Il giovane aggredito ha chiesto ai carabinieri un aiuto concreto, anche perché non si tratta purtroppo di un episodio isolato.

In passato, in analoghe circostanze, non erano mancati atti di insofferenza, sempre di gruppi ben determinati di giovani. «Penso che gli aggressori che attaccano vigliaccamente omosessuali - ha spiegato il denunciante, che ha 27 anni - al di fuori dei luoghi di incontro come le discoteche (trovando nel "branco" il coraggio di compiere gesti di violenza inusitata) confidino proprio sul fatto di poterla "fare franca" e sulla vergogna e sulla paura che molti omosessuali hanno di denunciare pubblicamente atti di violenza nei loro confronti».

I militari della compagnia San Carlo hanno avviato le indagini del caso, anche se gli elementi in mano agli investigatori non sono molti: gli autori dell’aggressione sarebbero giovani italiani, fra i 20 ed i 30 anni, ben vestiti ed apparentemente di discreto livello sociale. Nessuno di loro aveva la testa rasata. Fra le prime ipotesi, la più credibile appare quella che si tratti di un gruppo di ragazzi mossi soprattutto dal desiderio di «ammazzare la noia» con una estemporanea «caccia al gay».

 

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