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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Tre condanne e un patteggiamento per 4 rapine da incubo
Le vittime venivano adescate, portate in campagna e derubate
Uno in coma dopo il pestaggio

“La Nuova Sardegna”, 8 Febbraio 2001

 

SASSARI. Per farla franca contavano sulla paura dei rapinati di rivelare l'inconfessabile passione per gli amori maschili prezzolati. Ma il desiderio di giustizia e l'indignazione delle vittime, omosessuali usciti malconci da avventure degne di Arancia Meccanica, sono stati più forti del timore di uscire allo scoperto. Ieri quattro sassaresi hanno incassato la punizione: un patteggiamento e tre condanne.

Si è concluso a tempo di record il processo per le rapine agli omosessuali sassaresi massacrati di botte e privati di auto, telefonini e contanti - l'estate scorsa - da una squadretta di teppisti che aveva scelto la periferia frequentata dai femminielli per arricchirsi seminando il terrore.

Sempre uguale la dinamica dei colpi, caratterizzati dall'incendio finale dell'automobile rapinata, qualche volta gravissime le conseguenze per le vittime. Dopo il pestaggio, il 25 agosto un rapinato era finito in coma nel reparto Rianimazione dell'ospedale civile. Ieri mattina, nell'aula del gup Antonio Luigi Demuro, a discutere episodi sconvolgenti per la loro insulsa brutalità c'erano il procuratore della Repubblica Giuseppe Porqueddu e numerosi avvocati, sia difensori che di parte civile.

A parte Roberto Piga, 23 anni, che ha scelto di patteggiare 18 mesi di reclusione per l'unica rapina alla quale partecipò, nessuno degli imputati si è presentato al processo, celebrato con il giudizio immediato. Formalizzato l'accordo tra il pubblico ministero e il difensore di Piga, l'avvocato Gian Mario Fois, l'udienza è proseguita con il rito abbreviato.

Il gup ha accolto integralmente le richieste del procuratore della Repubblica. Simone Lorandi, 25 anni, residente in un paesino del Bresciano, è stato condannato a venti mesi di reclusione con la condizionale. Lorandi, difeso dall'avvocato Franca Lendaro, partecipò a uno solo dei colpi contestati alla banda. Il 18 agosto il giovane bresciano faceva parte del terzetto che, dopo averne adescato uno in periferia, avviò la serie delle rapine agli omosessuali. La vittima fu bastonata, rapinata di settecentomila lire e del cellulare, abbandonata sotto choc in aperta campagna.

Sconteranno invece rispettivamente sei anni e cinque anni e sei mesi di reclusione Francesco Piga, 22 anni (cugino di Roberto) e Cristian Lanfranchi, 22 anni, nativo di Milano, ma residente a Sassari.

Tra il 25 agosto e il 6 settembre i due imperversarono nelle zone abitualmente frequentate dagli omosessuali, ne rapinarono tre e complicarono la vita degli uomini della squadra Mobile alle prese con un caso difficile. I malviventi lasciavano poche tracce: i resti fumanti dell'auto della vittima, incendiata per dispetto, e una sommaria descrizione dei banditi fornita da vittime inizialmente restie ad aiutare gli inquirenti.

L'inchiesta del sostituto Gian Carlo Cirielli, seguita personalmente dal procuratore Porqueddu, subì la svolta definitiva a novembre con i quattro arresti e le prime ammissioni di un imputato. Ieri mattina solo due delle vittime hanno deciso di costituirsi parte civile contro la banda. I rapinati non erano presenti in aula, ma subito dopo la lettura della sentenza hanno ricevuto la telefonata degli avvocati Pietro Diaz e Monica Macciotta. Il gup Antonio Luigi Demuro ha concesso alle parti civili rispettivamente trenta e venti milioni di provvisionale immediatamente esecutiva.

 

Botte agli omosessuali: quattro condanne

“Unione Sarda”, 8 Febbraio 2001

 

Pene severe per quattro ragazzi accusati di rapina e lesioni gravi ai danni di quattro uomini, attirati con l'inganno in angoli bui e picchiati selvaggiamente, soltanto per divertirsi. Il giudice per le udienze preliminari Antonio Luigi Demuro ha accolto praticamente per intero le richieste del Procuratore Giuseppe Porqueddu.

Sconterà sei anni di reclusione Francesco Piga, 22 anni, di Sassari, difeso dall'avvocato Giammario Fois; cinque anni e sei mesi di carcere invece per Christian Lanfranchi, 22 anni, di Milano, difeso da Salvo Fois; Roberto Lorandi, assistito da Franca Lendaro, è stato condannato a un anno e otto mesi, due in meno rispetto a quanto richiesto dal pubblico ministero. Ha patteggiato invece l'ultimo imputato Roberto Piga, 23 anni, sassarese, patrocinato dall'avvocato Federici: il giudice lo ha condannato a un anno e otto mesi. Risarcimento di venti e trenta milioni alle due vittime che hanno deciso di costituirsi parte civile. Per l'avvocato Monica Macciotta quei dieci milioni di differenza riferiscono della gravità delle lesioni: uno dei malcapitati in seguito alle botte subite, aveva infatti trascorso un mese nel reparto di rianimazione dell'ospedale civile di Sassari.

I fatti risalgono all'estate scorsa: nel giro di poche settimane quattro uomini sporgono denuncia. Una decisione coraggiosa perché corre il rischio di farli uscire dall'anonimato; loro, persone dalla vita irreprensibile di giorno, di notte frequentatrici delle zone a rischio, dove passeggiano travestiti e omosessuali. Un mondo conosciuto, con segnali convenzionali per mettersi in contatto col “cliente” e quindi appartarsi. Segnali rubati dai quattro imputati, che se ne sarebbero serviti per attirare i malcapitati in una stradina di campagna, dietro San Pietro. La vittima veniva quindi picchiata e rapinata, una di loro aveva rischiato di morire. Telefonini cellulari che finivano regalati, portafogli svuotati, e poi botte da orbi. Tutti i ragazzi sarebbero stati coinvolti nei raid: gli anni di reclusione sono stati commisurati in base al numero delle aggressioni. Qualcuno si “era divertito” ma solo una volta, per poi riprendere la vita normale il giorno dopo. Altri avevano partecipato a tutti gli episodi, almeno quattro. Sicuri e spavaldi, contavano su una presunta impunità: chi aveva subito non poteva denunciare. Avevano sbagliato.

 

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