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Aggiornato
Venerdì 26-Gen-2007
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La
soluzione del caso è sempre più collegata ai risultati delle analisi
sul Dna, affidate dal pm al dottor Fattorini
L'ex commesso è stato ucciso prima della mezzanotte
Un vicino di casa ha notato che a quell'ora l'Alfa Romeo 146 non era più
nel parcheggio
Non si è difeso, non è riuscito a opporre nulla alla furia omicida
degli aggressori
Di Claudio Ernè e Corrado Barbacani, 12 febbraio 2001
Giuseppe Canziani, l'ex commesso di Godina soffocato con un cuscino nella sua abitazione di San Dorligo della Valle, non ha nemmeno proteso in avanti le mani in un ultimo disperato atto di difesa. Le unghie sono intatte, i medici legali non hanno rilevato né ferite, né abrasioni. L'assalto è stato dunque fulmineo e inatteso. Nulla nell'abitazione è stato spostato o rovesciato. Però i carabinieri hanno trovato un tovagliolo macchiato di sangue, inspiegabilmente piegato. O è servito per pulire la lama del coltello con cui gli assassini hanno infierito sul cadavere, o uno degli aggressori si è inavvertitamente ferito con la lama. Certo è accaduto un fatto strano: perchè il tovagliolo è stato piegato e abbandonato dagli assassini in fuga? Ma c'è di più: alcuni testimoni hanno riferito ai carabinieri che l'Alfa 146 dopo le 23.30 di sabato non era più nel posto vicino alla villetta di San Dorligo dove era stata posteggiata dopo le 22. Questo vuol dire che Giuseppe Canziani è stato ammazzato in un lasso di tempo di un'ora o poco più. Alle 22 si era salutato con il suo amico di Gorizia in un locale delle rive e da Trieste a San Dorligo non si impiega più di un quarto d'ora. Nell'abitazione gli investigatori hanno anche trovato un bottiglia di whisky e una di Coca Cola appoggiate su un tavolo. Lì accanto c'era però un solo bicchiere. Gli altri dove sono finiti? Su quell'unico bicchiere il dottor Paolo Fattorini eseguirà la prova del Dna e la confronterà con i «segni» trovati nella stanza da letto. Da queste analisi dovrebbe uscire una prova certa sul numero degli aggressori e sulla loro origine etnica. Oggi è possibile, anzi facile, capire grazie alla sequenza degli aminoacidi del Dna, se una persona è nata in Africa, in Nord Europa, in Italia meridionale, val Padana o Russia. Banche dati specifiche che «mappano» i singoli individui, non esistono ancora. Ma qualcosa lentamente sta accadendo, come nei peggiori film di fantascienza. I sospetti del sostituto procuratore Laura Barresi, più che sull'operaio goriziano amico di Giuseppe Canziani, si concentrano dunque su camionisti, marinai e in genere sui frequentatori dei locali delle rive. «Marchettari», disposti a tutto. Anche a uccidere. In questi locali i carabinieri cercano testimoni. Se qualcuno ha visto si faccia avanti. Lì, nove giorni fa, verso le 22 di un sabato sera, l'ex commesso sessantaduenne, ha aperto la portiera dalla propria Alfa Romeo. Sembrava o sembrano gentili, disponibili, tranquilli. Invece lo hanno soffocato infierendo poi sul suo corpo.
«UNA VITTIMA DEL PREGIUDIZIO E DELLA CULTURA INTOLLERANTE»
Anziani che hanno passato l'intera vita nella clandestinità e nella vergogna di essere gay. Secondo l'architetto Fabio Omero, consigliere comunale dell'Ulivo e punto di riferimento dell'Arcigay, i più esposti alle violenze sono proprio le persone che hanno dovuto nascondere la propria identità. «La clandestinità e la vergogna rappresentavano fino a pochi anni fa il solo destino che una cultura tradizionalista e intollerante riservava agli omosessuali» afferma Fabio Omero in una lettera inviata al «Piccolo». «E dato che qualunque frequentazione di altri omosessuali e tanto più qualunque legame stabile sarebbero stati condannati dalla società, la sola possibilità di avere qualche precaria soddisfazione affettiva o erotica, era limitata all'assoluta episodicità dei rapporti. Da qui la ricerca da parte di questi omosessuali anziani di partner occasionali, che specie negli ultimi anni, sono altri disperati, non omosessuali provenienti da contesti culturali molto più arretrati di quello occidentale». Parole chiarissime che forniscono una spiegazione della dinamica sociale sottostante l'omicidio di Bruno Cosolo, accoltellato da tre marittimi egiziani nella sua abitazione di viale XX settembre; sia dell'assassinio di Giuseppe Canziani. Oggi, al contrario di quanto è accaduto fino a un decennio fa, gli omosessuali, specie i più giovani hanno ampie possibilità di scelta e di frequentazione. Sono usciti dal ghetto e entrano in locali, ristoranti, discoteche dove non subiscono discriminazioni. Tant'è che l'associazionismo gay che ha avuto il merito di rompere l'assedio della cultura tradizionalista, non è più così sentito come accadeva negli anni 70. Gli anziani sono rimasti al margine di questo fenomeno e hanno proseguito nelle loro abitudini dettate dalla paura e dalla vergogna. Accettano così incontri clandestini, con «marchettari» che il più delle volte non sono omosessuali e che reagiscono male, aggrediscono, ricattano, uccidono, com'è accaduto a San Dorligo. |
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