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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Di A.C. - “Il Resto del Carlino”, 5 Aprile 2003

 

«Non m'hanno fatta entrare alla discoteca Stork di Lido di Savio perché sono transessuale». Cinzia vive a Lido di Dante da anni, non rivela il nome di battesimo ma non ha alcun problema con il cognome: Inserauto.

Figura minuta, capelli lunghi e biondi, ha un tono di voce calmo ma fermo. La sua è una vita tranquilla, consumata in una località che adora perché spiega «qui ci si conosce tutti e l'atmosfera è cordiale, quasi familiare». Nessun episodio spiacevole, tantomeno legato alla sua condizione di transessuale. Questo fino a quando, insieme ad alcuni amici, è andata all'inaugurazione della discoteca Stork che, dopo un periodo di chiusura per ristrutturazioni, ha riaperto due settimane fa. «Stavo per entrare - spiega Cinzia - quando uno del personale mi ha bloccato. Ho chiesto spiegazioni, mi è stato risposto che il locale adesso ha una nuova “immagine”. Quando ho domandato se dipendeva dal fatto che sono transessuale, non mi hanno risposto. Subito dopo però hanno aggiunto che in passato la discoteca aveva avuto problemi con dei transessuali brasiliani che avevano scatenato risse». Cinzia a quel punto è andata via. «Mi sono sentita umiliata - racconta - anche perché quel posto l'ho sempre frequentato, conoscono bene i proprietari e tutti sanno che sono una persona tranquilla e rispettosa». Il giorno dopo ha chiamato un numero di telefono trovato sul biglietto d'invito della discoteca per chiedere spiegazioni e si è sentita rispondere con le stesse argomentazioni della sera precedente. Con una piccola variante nel finale, quando la persona dall'altro capo del telefono, racconta sempre Cinzia, l'ha rassicurata: «Non preoccuparti, facciamo così adesso, ma fra un po' potrete entrare». A quel punto Cinzia si è rivolta all'Associazione dei consumatori. Le è stato risposto che, visto il comportamento dei gestori del locale, avrebbe potuto sporgere denuncia. «E' la prima volta - racconta Cinzia - che mi capita un fatto simile. Mi sento offesa, anche perché mi ritengo molto più normale di tanti altri». Originaria di Palermo, Cinzia è cresciuta a Milano e dal 1991 vive a Lido di Dante. «Da otto anni - spiega - convivo con un ravennate. Non lavoro in strada e conduco una vita normalissima. Il fine settimana mi piace andare in discoteca con il mio ragazzo e gli amici. A Milano Marittima, ad esempio al Pineta, non mi è mai accaduto niente di simile. Dalla sera dello Stork non mi sento più serena».

«Rispetto dei clienti e decoro del locale». Così Luca, uno dei responsabili dello Stork giustifica l'episodio di cui è stata protagonista Cinzia. «Non posso dire nulla del caso specifico perché non conosco la persona. Purtroppo - continua - certi tipi di clienti portano disordini. Piuttosto che accoglierli nel mio locale, preferirei aprirne uno solo per loro».


 

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