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Aggiornato
Venerdì 26-Gen-2007
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Fermati
due romeni: sono i presunti assassini del brasiliano di via Luigi di Savoia
I giovani immigrati hanno ammesso, solo parzialmente, le loro responsabilità.
Sono accusati di omicidio e rapina
Di Alberto Berticelli - “Corriere della Sera”, 14 Novembre 2003
Diciannove anni uno, diciotto (forse) l’altro. Entrambi romeni. Sono i due giovani fermati la scorsa notte dagli uomini della squadra mobile per l’omicidio di Carlos Alberto Veloso, il travestito brasiliano trovato con il cranio sfondato sabato scorso nel suo appartamento di piazza Luigi di Savoia 28. Un omicidio - come hanno appurato gli investigatori - maturato nello squallido mondo dei gay e delle amicizie occasionali. Un omicidio non premeditato ma che ha avuto come molla la rapina: da casa della vittima mancavano un lettore Dvd, una console play station e alcuni cd. Tutta merce ritrovata a casa di un terzo romeno che l’aveva comprata per una manciata di euro. L’indagine che ha portato alla cattura degli autori del delitto - Adrian Marian Benker, 19 anni, e il complice del quale non è stato fornito il nome perché non vi è certezza sulla data di nascita - è quella che, in gergo, viene chiamata «un’indagine classica». Investigazione pura, controlli tecnici, l’ausilio - determinante - della polizia scientifica. Quando Carlos Alberto Veloso fu trovato dal padrone dell’appartamento era già morto (colpito probabilmente alla testa con un vaso di cristallo) ed era nudo, disteso sul letto. Secondo gli investigatori aveva appena avuto un rapporto sessuale o forse si apprestava ad averlo. Per questa ragione, i detective della Mobile hanno setacciato tutti i locali frequentati dai gay nella zona della stazione scoprendo che giovedì notte l’uomo si era allontanato da uno di questi in compagnia di due giovani romeni. Simultaneamente, la polizia ha esaminato il cellulare della vittima per vedere chi aveva avuto contatti telefonici con il travestito. Da lì sono venute preziose informazioni che hanno condotto gli investigatori a effettuare una perquisizione a casa di un romeno a Pieve Emanuele dove è stata trovata la merce portata via dall’appartamento di piazza Luigi di Savoia. La svolta definitiva alle indagini è venuta dagli esiti dei rilievi della polizia scientifica: due delle impronte rilevate su una statuetta in gesso e un vaso di fiori appartenevano a personaggi già controllati dalla polizia. Il cerchio si è definitivamente chiuso quando gli uomini della Sezione omicidi hanno rintracciato i due sospetti in alcune baracche di Garbagnate Milanese. I due romeni sono stati portati in questura e sentiti per tutta la nottata dal pubblico ministero Giancarla Serafini davanti alla quale hanno ammesso - parzialmente - le loro responsabilità. Ora sono accusati di omicidio e rapina. |
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