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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

È del barlettano Nicola Caporusso il cadavere scoperto a Milano

Di Nicola Curci – “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 25 Gennaio 2005

 

BARLETTA - La morte a Milano di un 36enne di Barletta è un giallo che si perde nell'ambiente torbido dei «viados» della periferia meneghina. Per identificare il cadavere di Nicola Caporusso, trovato semicarbonizzato martedì scorso alla periferia della città, sono state fondamentali le analisi delle impronte digitali del dito indice e del medio di una mano. Il confronto tra i rilievi degli agenti della Polizia scientifica della Questura con le impronte prese dagli uomini del commissariato di Barletta, che lo avevano fermato molti anni prima per un episodio di ricettazione e furto, ha dato un nome a quel cadavere martoriato dalle fiamme scoperto da un passante in via Caio Mario, una strada alla periferia di Milano. L'uomo, che da una decina di anni aveva deciso di trasferirsi stabilmente in un centro alla provincia del capoluogo lombardo, per trovare un'occupazione fissa, era stato a Barletta per Natale. Al termine delle festività, era tornato al nord. L'ipotesi più battuta dagli investigatori della Squadra mobile della Questura di Milano è che Caporusso possa essere stato strangolato e poi bruciato per un «fattaccio» maturato nell'ambiente della prostituzione dei transessuali. Alcuni «viados», fermati subito dopo il ritrovamento del cadavere, erano stati già stati interrogati dalla polizia nei giorni scorsi, prima dell'identificazione della vittima. Sui contenuti degli interrogatori gli investigatori mantengono il più fitto riserbo. Nella mattinata di oggi, gli uomini della Squadra mobile di Milano arriveranno a Barletta, per incontrare i parenti del 36enne ucciso. Dal confronto potranno emergere elementi utili a comprendere le abitudini dello sfortunato emigrato, che non era mai riuscito a trovare un lavoro fisso nel capoluogo lombardo.

 

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