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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Di Andrea Rossigni – “Corriere Adriatico”, 12 Giugno 2004

 

RIMINI - L'uomo, riminese di 55 anni, è stato trovato morto nel proprio appartamento: nudo, riverso in un lago di sangue. Uno sconosciuto, colto da un raptus, nella notte tra mercoledì e giovedì, tra l'1.30 e l'1.50, gli ha sfondato il cranio e ha continuato a colpirlo al torace con tutto quello che gli è capitato a tiro: un piatto di ceramica, una statuetta di porcellana, un oggetto di peltro. Il colpo letale è stato però sferrato con un vaso portafiori di cristallo, dalla base quadrata molto spessa e dal peso di circa un chilo e mezzo. Testa spaccata, vaso in frantumi.

La morte è stata immediata, secondo le prime risultanze dell'autopsia eseguita dal professor Giuseppe Fortuni, il medico legale bolognese chiamato a intervenire dal pm Paola Bonetti. L'omicidio è avvenuto al primo piano di una palazzina quadrifamiliare di via Calzecchi, al civico 8, appena dopo il bowling percorrendo l’Adriatica da Rimini a Riccione, dove l'uomo viveva da solo. La scoperta del cadavere risale a ieri mattina attorno alle 9.30. La dirimpettaia, Franca, ha notato la porta dell'abitazione insolitamente socchiusa di una spanna e la televisione accesa. Ha chiamato senza ottenere risposta e si è quindi affacciata trovandosi davanti a una scena che farà fatica a dimenticare. Prima ha visto il sangue. Tanto. Dappertutto. Poi, nel cadavere riverso sul fianco sinistro e con il volto immerso nella vasta pozza di colore rosso tra il tavolo e l'armadio del salotto, ha riconosciuto il vicino, amante dei fiori e degli animali. Uno degli agenti intervenuti dopo l'allarme ha trattenuto a stento un conato di vomito davanti a quello che un altro degli investigatori ha definito più tardi un "massacro". Alvaro Semprini, un uomo robusto di un metro e ottanta per più di cento chili, si è difeso dall'improvvisa aggressione: prima di soccombere ha ingaggiato una breve colluttazione. Fin dal primo sopralluogo, coordinato dal pm Paola Bonetti, gli uomini della Squadra mobile e della Scientifica hanno infatti rilevato la presenza di tracce di sangue che non appartengono alla vittima. Nel lavandino una t-shirt bianca macchiata di rosso. Poi, una scia che dal pianerottolo, goccia dopo goccia, ha condotto gli agenti prima davanti al civico 2 della stessa via Calzecchi dove una signora alle 7.10, uscendo di casa, ha trovato un panno-carta intriso di sangue. Quindi verso la statale. Il feritore, che probabilmente perdeva sangue da una mano (le stille paiono cadute da un altezza modesta), ha percorso centocinquanta metri in direzione di Rimini prima di attraversare l'Adriatica e cercare rifugio in un garage sotterraneo. Probabilmente qui, dopo essersi assicurato di non essere seguito, ha ripreso fiato e ha meditato sul da farsi. Quindi ha ripreso il cammino nella medesima direzione. In corrispondenza dell'incrocio con via Erasi le tracce di sangue s'interrompono. Le ipotesi sono due: o l'assassino ha preso la via dei campi verso la scritta "Fiabilandia" oppure, più probabilmente, ha chiesto e ottenuto un passaggio da un automobilista. La pista imboccata dagli inquirenti è quella del delitto a sfondo sessuale: nell'appartamento è stato rinvenuto un profilattico usato. Inoltre, le preferenze e le abitudini della vittima, oltre che la scena e la tipologia del crimine, non lasciano troppi margini di dubbio. Semprini frequentava ambienti omosessuali e, secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori, aveva spesso rapporti occasionali con uomini più giovani. Mercoledì scorso, il 55enne, libero da impegni di lavoro, aveva dedicato il pomeriggio alla cura del giardino condominiale scambiando alcune frasi di circostanza con uno degli inquilini. Verso le 20 aveva parlato con il fratello che vive in un centro dell'entroterra ed era apparso normale e tranquillo. Più tardi, come faceva spesso, dopo essersi cambiato d'abito e aver sistemato nel terrazzo gli animali (a cominciare dal cane Alar nella cuccia più grande e dai tre esemplari di volpino, chihuahua e barboncino), aveva preso la propria Fiat Tipo "1.6 i.e." di colore amaranto e si era allontanato da casa. Al ritorno non era da solo. Con la discrezione e la riservatezza che a detta di tutti contraddistingueva Semprini, e che lui stesso imponeva ai suoi ospiti, non si è fatto notare. Verso l'1.30, però, l'inquilino del piano di sopra ha sentito dei rumori che l'hanno svegliato. Un altro vicino, allarmato dal baccano ma più ancora dal successivo silenzio, ha telefonato venti minuti dopo senza ottenere risposta. Martedì sera una signora del palazzo aveva visto la vittima rientrare con le buste della spesa in compagnia di un giovane biondo, esile, ma piuttosto alto, probabilmente dell'Est Europa. Nessuno può ancora dire se si tratti della stessa persona che l'altra notte si è trasformato in un assassino. Non è da escludere che l'omicida si sia proposto per un rapporto mercenario e poi però non sia riuscito a gestire una situazione imprevista: molti immigrati disposti a prostituirsi spesso non si considerano neppure gay perché nella loro cultura di provenienza, l'omosessualità non è definita dal sesso del partner, ma dal ruolo nel rapporto erotico. E di fronte a richieste che non approvano reagiscono con la violenza. La Squadra mobile indaga adesso sugli eventuali contatti telefonici della vittima e sulle sue abituali frequentazioni in certi bar e locali notturni di Rimini e Riccione. I cagnolini “orfani” di Alvaro saranno ospitato nel canile di Coriano dove l’uomo prestava servizio. Il gattino è di nuovo in cerca di un po’ d’amore, come il suo sfortunato padrone.

 

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