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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

E’ un rumeno di 25 anni. Un complice, fuggito all’estero, è ricercato. L’arrestato voleva colpire ancora

Di Massimo Lugli – “La Repubblica”, 6 Luglio 2004

 

Roma - Volevano colpire ancora e avevano già individuato altre due vittime: una a Roma e una in provincia di Foggia. La tecnica era sempre la stessa: un invito a cena, la proposta di un rapporto sessuale a tre, la rapina. E, forse, i carabinieri si sarebbero trovati a indagare su qualche altro omicidio.

Hanno un volto e un nome gli assassini di Mauro Frontelli, 44 anni, titolare del ristorante "Luna Piena" a Testaccio, ucciso il 26 febbraio scorso nel suo appartamento di via Aventina. Uno, un rumeno di 25 anni di cui gli investigatori hanno fornito solo il nome di battesimo, Daniel, è stato arrestato dai militari del maggiore Giovanni Arcangioli, comandante del nucleo operativo di via In Selci. Il giovane, messo alle strette, ha confessato l’omicidio con una freddezza che ha lasciato sbalorditi gli investigatori. L’altro, Florin, 27 anni, è ricercato in Francia.

Nudo, le braccia legate dietro la schiena con la cintura di un accappatoio, un intero pacchetto di fazzolettini di carta infilato, di forza, in fondo alla gola. Così fu ritrovato il cadavere di Frontelli (un uomo distinto e gentile, appassionato d’arte, molto conosciuto e stimato sia dai clienti che da una larga cerchia di amici) la mattina dopo l’omicidio. Dalla sua abitazione mancavano 200 euro e la carta di credito: il prezzo della vita di un uomo. «Lo hanno ammazzato perché sapevano che li avrebbe denunciati - spiega il maggiore Salvatore Cagnazzo, che ha diretto l’inchiesta - in molte altre occasioni, invece, le vittime hanno taciuto per paura o per vergogna». Omicidio volontario, quindi, non un "incidente" come ha cercato di far credere il rumeno arrestato.

Le indagini si sono indirizzate immediatamente su quel ragazzo rumeno che Frontelli aveva incontrato pochi giorni prima sotto i portici di piazza della Repubblica e di cui si fidava al punto tale da lasciargli le chiavi di casa. Dall’appartamento della vittima erano partite almeno venticinque telefonate dirette in Romania.

Dopo l’omicidio, Daniel e Florin si erano divisi. Daniel aveva cercato di mettere assieme qualche soldo rivolgendosi ai suoi amanti, poi era andato a San Severo, in provincia di Foggia, dove aveva intenzione di ricominciare con le rapine agli omosessuali. L’errore del ricercato (un clandestino mai fermato in precedenza e di cui i carabinieri non avevano neanche una foto) è stato quello di chiamare un uomo con cui, in passato, aveva avuto una relazione e supplicarlo di spedirgli 250 euro tramite la Western Union. I carabinieri hanno intercettato l’uomo e lo hanno convinto a collaborare. Il problema era che tra Foggia e provincia ci sono cinque agenzie della Western Union e nessuno poteva sapere in quale ufficio lo straniero avrebbe ritirato il denaro. Il giorno della consegna, i militari ne hanno fatte chiudere quattro e hanno infiltrato un carabiniere tra gli impiegati dell’unica agenzia aperta. Quando il rumeno si è presentato e ha fornito il codice segreto che serve a farsi consegnare i soldi è stato immediatamente bloccato. Un breve interrogatorio e la confessione: un racconto agghiacciante senza una lacrima, un fremito, un cenno di pietà.

 

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