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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Ufficio Stampa Padova Pride 2002

 

“Froci di merda” e “rotti in culo” sono le parole che campeggiano, ben visibili, sotto i portici di via Santa Sofia, in pieno centro storico di Padova. Nella notte tra sabato e domenica la sede del circolo “Tralaltro” Arcigay Padova è stata vittima di un raid vandalico. Ignoti hanno scritto frasi ingiuriose e omofobe sulle saracinesche del circolo che Arcigay Padova condivide con l’ASU (Associazione studenti universitari). L’atto di vandalismo è stato accompagnato da un tentativo di effrazione e dalla manomissione della serratura del circolo, rendendo temporaneamente inutilizzabile la sede. La scoperta è avvenuta nel primo pomeriggio di domenica (24 febbraio), poco prima di una riunione del Coordinamento Padova Pride, in vista dei prossimi appuntamenti di preparazione alla manifestazione di giugno, che nell’occasione ha visto la presenza di Aurelio Mancuso, segretario nazionale di Arcigay. Nessuna firma e al momento nessuna rivendicazione ha seguito questo atto di intolleranza e omofobia ai danni di Arcigay Padova.

Alessandro Zan, presidente di Arcigay Padova e portavoce del Padova Pride 2002, denuncia il clima di intolleranza, razzismo e violenza che alcune forze politiche stanno fomentando e chiede a gran voce al sindaco Giustina Destro un gesto di solidarietà che venga a concretizzarsi con l’appoggio al Pride di Padova.

Il grave episodio di intolleranza si inserisce sul tracciato di una campagna d’odio iniziata mesi fa da Forza Nuova, che ha più volte dichiarato di volersi opporre anche con la forza al Gay Pride di Padova.

Reazioni nel pomeriggio anche dall’onorevole Piero Ruzzante (DS) che denuncia: «È un fatto grave, da non minimizzare. Nei giorni scorsi denunciai il rischio di una campagna d’odio e di violenza alla quale non hanno solo partecipato Forza Nuova e l’estremismo di destra. A lanciarla è stato, primo fra tutti, l’assessore Saia e AN. È chiaro: c’è chi vuole trasformare il Gay Pride da un confronto corretto sulle libertà civili ad un’occasione di scontro». L’Arcigay di Padova, pur essendo preoccupata che questa possa essere la prima di una serie di intimidazioni, non si fa intimorire e prosegue nell’organizzazione del Pride e delle normali attività del circolo.

 

Di Simonetta Zanetti - "Il Mattino di Padova", 9 Giugno 2002

 

Padova. «Un grosso successo, che non ha nulla da invidiare alla vergognosa parata omosessuale». Così Paolo Caratossidis, segretario veneto di Forza Nuova, definisce il «suo» corteo che ha manifestato contro il Gay Pride. «E questa è anche la risposta a quel manipolo dei centri sociali che pensava di spaventarci» prosegue Caratossidis. «Finalmente la società comincia a svegliarsi e a reagire alla subcultura omosessuale. Non permetteremo mai che le coppie di fatto arrivino a godere degli stessi diritti di quelle tradizionali, che ricevano contributi o che addirittura possano adottare dei bambini: l’Italia ha bisogno di difendere le sue tradizioni e i padovani hanno dimostrato di essere al nostro fianco».

Caratossidis è un fiume in piena: «Hanno permesso che una banda di transessuali depravati insidiasse l’arrivo dei pellegrini a pochi giorni dalla festa del Santo, macchiando l’onore e la dignità della città e né la Curia né il clero hanno avuto il coraggio di prendere posizione, scegliendo la via dell’apertura a improbabili diritti e lasciando proliferare pericolosi permissivismi che mettono in discussione il primato dei valori della nostra civiltà».

Ai lati della strada la gente guarda il corteo della destra con preoccupazione. «C’è da avere la pelle d’oca: sotto questa linea politica abbiamo già sofferto le pene dell’inferno», dicono Antonio e Maria. «L’unica consolazione è che è una manifestazione pacifica, speriamo finisca presto». «E’ un insulto che cantino l’inno di Mameli» aggiunge Marta. «Così come il logo, che richiama chiaramente la svastica, è un oltraggio alla memoria storica». Vicino a lei Roberta non crede ai suoi occhi: «Il fatto che siano tutti ragazzi giovani mi fa pensare che si tratti di un’intemperanza dovuta all’età: tra loro non vedo casalinghe, anziani o adulti, quindi ne deduco che in questo corteo non ci sia il vero polso della società. Certo che fa impressione». «E’ una vergogna» aggiunge Simona. «Sono tutti giovani che chiedono di essere liberi, di poter fare quello che vogliono, ma di fronte alla libertà degli altri protestano, insultano i gay, ma chiedete ai maschietti che sono lì in mezzo se l’idea di due donne che si baciano fa veramente schifo...».

 

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