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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Delitto Bauer, prima udienza - Nabouti Najib vuole provare la preterintenzionalità

Di Ma.be. - “ALTO ADIGE”, 22 Marzo 2003

 

BOLZANO. Nabouti Najib spera di evitare la condanna per omicidio volontario. Il marocchino che ha confessato di aver ucciso il cameriere di Tirolo Josef Bauer ha affrontato ieri la prima udienza del processo a suo carico con rito abbreviato direttamente davanti alla giudice Carla Scheidle. L'avvocato difensore Domenico Pontecorvo ha dunque deciso di evitare la Corte d'assise, ottenendo il diritto di sfruttare la riduzione di pena prevista in caso di processo con rito alternativo. Un giudizio abbreviato condizionato che ha portato ieri mattina la giudice ad ascoltare la deposizione del dottor Eduard Egarter (che all'epoca effettuò l'autopsia sulla vittima) e quella di un consulente di parte. Due testimonianze che la difesa vuole sfruttare per cercare di ottenere la derubricazione dell'imputazione da omicidio volontario ad omicidio preteritenzionale. Da parte del marocchino, che ieri comunque si è avvalso della facoltà di non rispondere, non vi sarebbe stata alcuna volontà omicida. Nabouti Najib avrebbe colpito alla cieca per allontanare da sè la vittima che avrebbe preteso da lui una prestazione omosessuale. Nove volte su dieci, ha ricordato ieri il dottor Egarter, una pugnalata come quella inferta a Josef Bauer non ha conseguenze mortali. Concetto espresso anche dal consulente della difesa, il dottor Vito Salamone, medico legale. Nel caso di Josef Bauer sfortuna volle che la lama del coltello andasse ad incidere la parte finale del rene destro con lesione dell'arteria renale. Bauer morì per shock emorragico, ma il colpo inferto dall'imputato fu uno solo, dimostrazione di mancanza di volontà omicida. Una dinamica che, secondo la difesa, dovrebbe permettere la derubricazione.

 

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