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Aggiornato Venerdì 26-Gen-2007

 

Di Cristina Zagaria – “La Repubblica”, 4 Dicembre 2001

 

L'incontro con quella ragazza che dall'altro capo del telefono lo aveva sedotto e ammaliato, lo pregustava da mesi. Pensava giorno e notte, l'imprenditore di 45 anni del sud barese, a quella voce morbida e sensuale conosciuta che lo aveva agganciato per caso al telefono. Ma il sogno, al momento dell'incontro, tre mesi fa, si è infranto: la bella signora che lo aveva tenuto sulle spine per settimane era un uomo. Lui ha cercato di fuggire, di troncare tutto, ma l'altro, Alessandro Argento, ventiseienne, ha cominciato a perseguitarlo sempre col telefono, strumento di passione e di tortura. Si è inventato una relazione che non c'era mai stata: «Dopo tutto quello che c'è stato tra noi non puoi andartene così. Io ti amo». Ma l'uomo non voleva saperne e lui è passato alle maniere dure: «Dammi due milioni o dico tutto a tua moglie. Le dico che siamo amanti, che abbiamo una relazione omosessuale». L'imprenditore a quel punto, spaventato per il vicolo cieco in cui si era infilato, ha deciso di passare al contro attacco. Ha confessato il suo piccolo peccato telefonico alla moglie e ha denunciato l'estortore ai carabinieri di Locorotondo. Il gioco è stato facile. L'uomo ha registrato tutte le telefonate di minaccia e alla fine ha dato un appuntamento al «corteggiatore» troppo insistente. «Ci vediamo nella piazza del paese. Però ho solo 700mila lire. Il resto te lo porto un'altra volta». Ovviamente tutti i soldi erano fotocopiati. E l'estortore è stato incastrato. È stato arrestato. Ma le indagini non finiscono qui. I carabinieri sospettano che il povero imprenditore non sia la sola vittima della finta donna che adesca partner via telefono. Forse molti per vergogna hanno pagato l'estorsione e hanno mantenuto il silenzio.

 

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