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Aggiornato
Venerdì 26-Gen-2007
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Da "Il Mattino", Ottobre 2004
NAPOLI. Schiaffi e pugni a una coppia gay in piazza Bellini. Poco prima di mezzanotte, un diciannovenne e un diciottenne sono seduti su una panchina e si scambiano timide effusioni. In cinque si avvicinano alla coppia e partono i primi insulti. Che subito diventano pesanti schiaffi e poi sfociano in una rissa. Tre giovani accorrono in aiuto dei due amici gay, ma a loro è riservata la stessa sorte. Il ragazzo che ha riportato i danni più gravi decide di non sporgere denuncia. IL RACCONTO Dopo la brutta avventura, Fabrizio preferisce non essere intervistato. Ma affida il suo racconto all’avvocato Antonio Cavallo. È lui che ha raccolto lo sfogo di Fabrizio: «Lasciamo passare un po’ di tempo - fa sapere - devo prima metabolizzare questa storia. Voglio solo che tutto passi presto. Andarmene da Napoli? Non ci penso proprio. So di aver subìto un’ingiustizia, ma devo trovare la forza di uscirne a testa alta. Anche se sentendo i miei amici mi viene un po’ di rassegnazione: sembra che le aggressioni ai gay siano un fatto ordinario». Il suo compagno ha reagito piuttosto bene e con forza, ma oggi Fabrizio è depresso. E chi gli sta vicino ha paura che questo episodio lo ricacci indietro, nella paura. In famiglia nessuno sa nulla. «Ed è la cosa più brutta - racconta - sono rimasto senza parlare con nessuno per tutta la giornata, dopo l’aggressione». In cui ha avuto la peggio, provando solo a proteggere il volto dai colpi. Era una delle prime volte che Fabrizio, vent’anni tra poco, diplomato in attesa di occupazione, andava a piazza Bellini. «Non me lo sarei mai aspettato - dice - ora provo un misto di rabbia e stupore». E di paura. «Abito a pochi passi dalla piazza, ma non riesco a passarci senza che mi venga l’ansia». Succede anche questo, nella città in trincea. Per Carmine Urciuoli dell’Arcigay Napoli (il circolo ha un «telefono amico» allo 081/5528815, attivo dalle 17 alle 20, ed è sul sito di Arci Gay Napoli), questo è solo «l’ultimo episodio in un clima di crescente omofobia. Purtroppo sempre più spesso ci vengono segnalati atti di violenza nei confronti di coppie gay in diverse zone della città. Anche la nostra sede è sempre più spesso oggetto di atti di vandalismo». In più, prosegue Urciuoli, non è intervenuto nessuno, nemmeno i gestori dei locali. «Tutto è accaduto nell’indifferenza totale». L’avvocato Cavallo dice invece: «Non mi meraviglio se gli avventori non hanno reagito, sarebbe successo anche di fronte a una rapina. So cosa hanno potuto pensare: sono cinque ma possono essere di più, possono ritornare a vendicarsi. Questo è il problema: non è solo un episodio di omofobia, ma un episodio di omofobia nel contesto di una città violenta». |
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