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Regista e montatrice (Cernigovskij, Ucraina, URSS, 3 marzo 1894 - Mosca, URSS, 21 settembre 1959)
Esfir’ Il’inicna Sub, conosciuta come Esfir Sub, Esfir Shub o Esther Shub, abilissima e geniale regista/montatrice sovietica apprezzata dai cineasti d'avanguardia dell'epoca e successivamente riconosciuta come prima tra i registi a realizzare film documentari di montaggio, in particolare storici. Studia Letteratura a Mosca. Nel 1922 entra al Goskino come montatrice delle edizioni russe di film stranieri (circa duecento) e russi (una decina). Rimane esemplare per i suoi giovani colleghi, il lavoro di ricostruzione in montaggio de “Il dottor Mabuse” (1922) di Fritz Lang e Thea von Harbou. Divenuta addetta la montaggio al V.U.F.K.U. (direzione generale foto-cinematografica dell'Ukraina), lavora prima a Kharkov, poi a Kiev dove le viene assegnata la direzione del Centro. Lavora in teatro con Vladimir Majakovskij. Scrive con Sergej Ejzenstejn le sceneggiature di “Sciopero” e “La corazzata Potemkin”. Collabora e monta i film di Dziga Vertov di cui è anche amica. Lavora a numerosi cinegiornali di propaganda ma al contempo, visionando minuziosamente vecchi filmati di cronaca e gli archivi privati della corte zarista ritenuti, nell’esaltazione rivoluzionaria e modernista dell'epoca, privi di qualunque interesse, realizza documentari storici che costituiranno non soltanto l'aspetto del cinema sovietico che più si ispirava alle direttive di Lenin e alla politica culturale del partito, ma anche le premesse e le continue conferme di un nuovo modo di fare cinema che, eliminate le strutture produttive dello spettacolo tradizionale, si proponeva una funzione «rivoluzionaria». Il cinema a soggetto, che si sviluppò ampiamente a metà degli Anni Venti, ne terrà conto. Nel 1927 realizza il primo dei tre documentari di montaggio che costituiscono la sua eccezionale trilogia comprendendo un panorama storico di trent'anni rigorosamente compiuto su due milioni di metri di pellicola spesso da restaurare: “La caduta della dinastia dei Romanov” (nel quale si serve in modo creativo di documenti di archivio assai rari e preziosi filmati tra il 1912 e il 1917), seguito da “Il grande cammino” (1927) e “La Russia di Nikolaj II e Leone Tolstoj” (1928). «Questo film o pezzi di questa opera della Sub sono stati trasmessi dalle televisioni di tutto il mondo, nessuno o quasi, cita il genio della regista ucraina che l'ha realizzato. Il fare-cinema delle donne (sovente), è andato oltre la visione dominante della cultura maschile (che è sempre stata lo strumento più efficace di oppressione sociale)... certi film - delle donne fatti dalle donne - hanno incrinato certezze e assoluzioni del codificato e fuori dai bisogni della soggezione hanno disseminato sugli schermi del mondo desideri di bellezza e turbolenze di libertà» (Pino Bertelli, “Dolci sorelle di rabbia – Cento anni di cinemadonna”). Assurta al rango di maestra di una generazione, all'uscita di “Ottobre” (1927) di Eisenstein, dalla rivista «Kino» insorge contro l'ex allievo montatore, denunciando la falsità della messa in scena dei fatti storici rispetto alle possibilità «realistiche» del montaggio («Non si può sostituire Lenin con la recitazione di un attore che ha una faccia che assomiglia a Lenin»). Nel 1938 realizza “Spagna”, un montaggio di riprese realizzate da R.L. Karmen e B.R. Makasuv sul fronte della guerra civile, e nel 1940 realizza con Vsevolod Pudovkin “Kino za 20 let”, un montaggio di spezzoni celebri sul ventennale del cinema. Scrive anche libri, tra cui l'interessante e biografico “In primo piano” (1959).
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