|
||||||||
|
||||||||
Polistrumentista e compositore (Kansas City, Kansas, USA, 12 Agosto 1954)
Patrick Bruce Metheny, cresce nel Missouri a Lee’s Summit (vicino a Kansas City). Studia al Berklee College of Music e subito si distingue per le sue doti straordinarie di chitarrista. Si avvicina al jazz ascoltando John Coltrane e Ornette Coleman. Appena diciannovenne, incontra il celebre vibrafonista Gary Burton al festival di Wichita e lo convince a dargli un posto nel suo gruppo. Mentre fa gavetta esibendosi con musicisti del calibro di Steve Swallow, Eberhard Weber e Mick Goodrick, registra con Bob Moses e Jaco Pastorius (considerato il più grande bassista elettrico del Novecento) il suo primo album da solista, BRIGHT SIZE LIFE (ECM, 1975). Nel 1976 inizia la collaborazione con il tastierista e compositore Lyle Mays. L’anno dopo nasce il Pat Metheny Group, uno dei pochi esempi di formazione jazz capace di raggiungere il grande pubblico senza rinunciare alla sperimentazione e alla qualità della musica. Composto da Steve Rodby (basso), arrivato nel 1981, Paul Wertico (batteria) e lo stesso Mays, il Pat Metheny Group è una delle band più originali della fusion con cui Pat Metheny si esibirà instancabilmente durante tutti i tours che lo porteranno ovunque nel mondo, partecipando ai festival e suonando nei club di più di 40 paesi. Durante il periodo di permanenza all'ECM (etichetta di riferimento per il jazz e la musica contemporanea), Metheny esce con numerosi album, sia come solistica che accompagnato dalla sua band, e grazie al successo di THE PAT METHENY GROUP (1978) s’impone all’attenzione del grande pubblico. Virtuoso della chitarra (tutti i suoi strumenti sono costruiti appositamente per lui da liutai di fiducia), compositore capace di coloriture multiple, oltre i generi, produttore innovativo, pioniere e massimo specialista della synth guitar (chitarra sintetizzatore), Metheny passa attraverso le collaborazioni più varie: da Joni Mitchell (SHADOWS AND LIGHT, 1979) a Milton Nascimento (ENCONTROS E DESPEDITAS, 1985). Negli anni Ottanta diventa uno dei chitarristi più amati incidendo con jazzisti di fama indiscussa quali Dewey Redman, Michael Brecker, Charlie Haden, Jack DeJohnette (80/81 e RAJOICING, entrambi ECM), con il suo idolo Ornette Coleman (SONG X, 1986), ed anche con David Bowie (“This Is Not America” è un brano che lo fa entrare nelle classifiche pop). Nel 1989 il minimalista Steve Reich scrive per lui e gli fa eseguire una visionaria composizione, “ELECTRIC COUNTERPOINT”. Ma il suo album più noto, quello che lo ha reso popolare anche fra chi non ama particolarmente il jazz, la fusion o la cross-over più colta, minimalista, confinante con l’avanguardia e la new age, è OFFRAMP (1983), un autentico capolavoro ricco di suggestioni soprattutto nei primi tre brani che aprono il disco. Dotato di un bagaglio tecnico impressionante, aspramente criticato dai “puristi” che, forse a ragione non lo riconoscono come jazzista puro, alterna i suoi lavori di più facile ascolto (THE ROAD TO YOU e WE LIVE HERE) a progetti di ricerca come ZERO TOLERANCE FOR SILENCE, album di noise improvvisation, e LIVE AT KNITTING FACTORY realizzato con il chitarrista radicale inglese Derek Bailey. Straordinario talento naturale come sideman, Metheny esce spesso dai cliché musicali propri o a lui attribuiti, avventurandosi nelle più svariate atmosfere e sonorità, come in TILL WE HAVE FACES, e mostra grande intelligenza e adattabilità di stile, come in TALES FROM HUDSON. Nel 1993 firma un buon lavoro con l’amico John Scofield, I CAN SEE YOUR HOUSE FROM HERE, poi si cimentata anche con il cinema firmando le colonne sonore di alcuni film di grande successo (nel 1996, ad esempio, compone e incide le musiche di “Passaggio per il paradiso” in cui non si limita a suonare la chitarra, ma partecipa come polistrumentista). Firma il suo addio all’etichetta Geffen con il più sperimentale album del Pat Metheny Group, QUARTET. Prosegue poi con altre partnership fra cui una con Charlie Haden insieme al quale realizza il suggestivo BEYOND THE MISSOURI SKY, dedicato al suo paese. Infine, dopo tante collaborazioni e sperimentazioni, qualche titolo inutile o insipido ed album assolutamente indimenticabili prodotti con il suo gruppo, nel 2003 sorprende tutti pubblicando ONE QUIET NIGHT, un album intimista e melodico per sola chitarra baritono, nel quale propone un repertorio di cover e sue composizioni - ed è ancora un successo. Nella sua prolifica e bella carriera, Pat Metheny ha vinto ben 7 Grammy Awards per altrettanti album consecutivi. Un record. C. Ricci
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|