Titolo
originale: |
Black
Widow |
Genere: |
Thriller |
Sezione
nel sito: |
A
proposito di... Tracks On The Sand |
Provenienza,
anno, durata, ecc.: |
USA,
1987, 92-103’, colore |
Regia: |
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Interpreti principali: Theresa
Russell, Debra Winger, Samy Frey, Tennis Hopper,
Nicol Williamson, Diane
Ladd, Terry O’Quinn e Mary Woronov |
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Alexandra
Barnes (Winger), agente federale che svolge indagini soprattutto attraverso
il computer e perciò non è soddisfatta del suo monotono
lavoro, mette insieme una serie di dati apparentemente senza alcun collegamento
fra loro, riguardanti alcuni casi di supposto uxoricidio: tre uomini molto
ricchi che godevano di ottima salute, erano tutti morti improvvisamente
per una strana malattia lasciando come uniche beneficiarie dei loro beni
le giovani mogli le quali, subito dopo il decesso, erano sparita nel nulla.
Alexandra,
scopre che in realtà le morti non erano accidentali ma causate
da un veleno, quindi, ottenuta l’insperata autorizzazione ad indagare,
si mette sulle tracce dell’ultima ereditiera ed arriva alle Hawaii
dove incontra Catharine (Russell), una donna bella, seduttiva e ricca
che ha molte cose in comune con le tre misteriose vedove. Alexandra, fingendosi
amica, passa molto tempo con lei e sebbene il suo unico scopo sia investigativo,
ne rimane progressivamente affascinata, ma Catharine forse non è
lì per caso e certamente ha già individuato la sua prossima
vittima: Paul Nuytten (Frey), un ricco play-boy locale. Commette l’errore
di presentarlo ad Alexandra che se ne invaghisce entrando in competizione
con lei, e mentre è in atto la consueta strategia di seduzione
e morte, cade vittima di una trappola tesa ad arte che finalmente la smaschera.
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Tutto
sommato un buon noir dove Rafelson fa delle protagoniste due figure
speculari e contrapposte che si attraggono irresistibilmente identificandosi
una nell’altra e arrivando a scambiarsi i ruoli (la cacciatrice
diventa preda e la preda cacciatrice). Stile asciutto, ottima fotografia
(Conrad Hall), cast all’altezza sebbene Debra Winger fatichi
un po’ a tener testa alla convincente Russell, ma l’attrazione
omoerotica fra Alexandra e Catharine (perché di questo si
tratta) poteva essere maggiormente definita senza svilirla con l’ennesimo,
contenitivo e riparatorio innamoramento eterosessuale, e l’intreccio,
soprattutto nella parte finale, appare un po’ farraginoso,
troppo e forse inutilmente macchinoso, tanto da afflosciare la tensione
narrativa sin lì ben sostenuta. |
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