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Aggiornato Lunedì 01-Mag-2006

BELLA DI GIORNO
 
Titolo originale:
Belle de jour
Genere:
Drammatico
Sezione nel sito:
A proposito di… Track on the Sand
Provenienza, anno, durata, ecc.:
Francia, 1967, colore, 100’
Regia:

Interpreti principali:
Catherine Deneuve, Jean Sorel, Michel Piccoli, Geneviève Page, Francisco Rabal, Pierre Clementi, George Marchal, Françoise Fabian e Macha Méril

 

Séverine (Catherine Deneuve) è una donna borghese, elegante, distaccata - glaciale. Ma il suo perbenismo, la sua apparente remissività, il suo aderire perfettamente agli schemi, nasconde inquietudini profonde ed un profondo autolesionismo che sublima fantasticando rapporti sessuali sadomasochistici durante i quali il marito (Jean Sorel), un medico che ne tollera pazientemente i rifiuti e che pare non rendersi conto dei suoi problemi, la sottopone ad ogni perversione e sevizia. I pettegolezzi delle amiche su una conoscente che per soldi si prostituisce in una maison, le suggeriscono una via di fuga dall’insoddisfazione e insieme un modo per affrontare le sue fantasie e forse vincere le paure e le inibizioni che la condizionano: si recherà nella maison di madame Anais (Geneviève Page) dove dalle due alle cinque del pomeriggio, con il nome “Bella di giorno” e non senza difficoltà, inizierà a prostituirsi fino al tragico epilogo che la restituirà al suo ruolo di donna e moglie perfetta destinata, senza potersene lamentare, ad espiare le sue colpe assistendo il marito divenuto, proprio a causa sua, un vegetale.

 

 

Buñuel trae spunto da un romanzo di Joseph Kessel, per analizzare certi aspetti del moralismo borghese e di questi le sue radicate, inqualificabili ipocrisie, non ultima il ruolo spettante ad ogni donna: quello di moglie fedele e devota, agli occhi del mondo, ma, nel segreto dell'alcova, familiare o meno che sia, meretrice senz’anima e identità. Una narrazione che mostra senza soluzione di continuità le sue fantasie e la realtà (così da far perdere la capacità di distinguerli), e ancora sorprende per l’audacia, per la violenza di certe scene, pur non mostrando mai corpi nudi, amplessi o sangue - a dimostrazione che si può colpire l’immaginazione e la sensibilità dello spettatore anche senza farne uso.

Evidente, ma non risolta, la tensione omoerotica che si viene a creare fra Séverine e madame Anais, che ripropone le perverse dinamiche emotive della protagonista la quale riesce a legarsi (darsi o negarsi invertendo di fatto i ruoli) solo a chi esercita su di lei un potere coercitivo da lei stessa cercato, preteso.

Rifiutato a Cannes per “insufficienza artistica” e premiato a Venezia con il Leone d’oro, fu il più grande successo di cassetta del già sessantasettenne Buñuel che ne trascurò alquanto la regia. Fotografia di Sacha Vierny.

C. Ricci

 

 

Dall'edizione italiana la censura ha tolto 3 brevi scene tra le quali l'importante flashback su Séverine bambina che rifiuta di fare la Prima Comunione.

La colonna sonora è di Michel Magne.

 

Le immagini di fiLmES sono tratte prevalentemente da materiali fotografici e grafici preesistenti, cartacei o web, modificati e riadattati dall'autrice. La riproduzione parziale e non a scopo commerciale del materiale pubblicato (immagini e testi) è consentita citando la fonte (indirizzo web) e l’autore (Cinzia Ricci o altri), diversamente tutti i diritti sono riservati.

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