Quanti
ricordi...
Se penso alla mia vita stento a credere di aver visto e fatto tanto -
mi sembra d’imbrogliare, di raccontar bugie, eppure è vero:
ho vissuto, ho dato e ricevuto molto, più di quanto mi par ragionevole
adesso.
Le notti. Ho cominciato a viverle quando ancora avevo difficoltà
ad articolare le parole, a mettere insieme un pensiero capace di spiegarne
le inquietudini e il fascino. Rannicchiata nel mio lettino vegliavo, lottavo
con tutte le mie forze contro le palpebre che si abbassavano - avevo l’illusione
che se non mi fossi addormentata avrei potuto impedire le urla, i pianti,
sarei intervenuta e forse mio padre non avrebbe riempito di botte quella
donna che non meno di me, in un’altra stanza, aspettava spaventata
il suo ritorno senza sapere che ne sarebbe stato di lei, a quale croce
o delizia l’avrebbe destinata. Avevo certamente meno di cinque anni
- lei trenta. Era bella, erano belli entrambi - belli e dannati, disperati,
senza pietà, coscienza...
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