LIBERTÀ
Libertà. Che bella parola. Ha in sé l’impeto furioso di una tempesta o la brezza della sera in un giorno d’estate, le grida del popolo in rivolta o il silenzio dignitoso delle lacrime, le risa dei bambini e l’antico dolore delle donne. Se la si potesse mangiare, saprebbe di farina di castagne e ricotta fresca, saprebbe di latte appena munto e mandorle amare. E’ pane salato sfornato da poco, è focaccia croccante che unge le dita, è uva rossa pigiata coi piedi, è acqua cristallina che zampilla e disseta.
Libertà è un sorriso sincero, una frase schietta, un ragionamento onesto, libertà è un buffetto, un pizzico, un pugno nello stomaco. E’ potersi incontrare o sfuggire, è camminare andando dappertutto o in nessun posto, è scambiarsi i corpi, i pensieri che li abitano, ciò che esprimono o nascondono. Non ce n’è ovunque, non è per sempre. Molti non la capiscono, la buttano via. Troppi la vogliono soltanto per sé, la sottraggono agli altri con l’inganno - troppi ne fanno mercimonio.
Libertà non è come respirare, non è il vento che va dove vuole. Libertà è una conquista quotidiana che richiede fatica, impegno, consapevolezza. Non se ne può avere nemmeno un briciolo se non la si condivide, non è di nessuno se non è di tutti, e se non tutti possono goderne, non è libertà - è il suo opposto orrendo, criminale, è privilegio e spregio.
Vi prego, vi prego! Aprite i libri, scorrete e indagate la storia, prestate ascolto, cercate sul viso dell’altro le domande e le risposte che vi mancano. Ogni giorno, ogni istante, ripetete a voi stessi quello che sapete della libertà, fatelo a voce alta cosicché chiunque vi senta impari ciò che ignora. Fatelo - perché se non lo fate, se rinuncerete a farlo, a poco a poco dimenticherete, e se non saprete più cos'è la libertà, come potrete difenderla, riconoscerla, desiderarla?
C. Ricci, Dicembre 2009 |