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Aggiornato
Sabato 07-Mag-2011
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LUCCA - Ricordate l'inchiesta lanciata poco tempo fa da un noto settimanale sul mondo lesbico? In copertina campeggiavano due donne belle, evidentemente in carriera, affermate, integrate. L'inchiesta presentava alcuni ritratti di lesbiche di successo, capaci di affermare la propria identità anche nel mondo del lavoro. Inutile dire che la realtà delle cose non è quella: le donne lesbiche, come e a volte anche più degli omosessuali maschi, affrontano spesso una vita di negazione, in cui soffocano la loro vera identità nel buio del sommerso, e le poche "rivelazioni" costano loro un prezzo assai caro. Il fatto di voler far passare l'identità lesbica come una connotazione di successo - come il noto settimanale si proponeva di fare - indigna chi conosce la realtà delle cose. E siccome nessun rotocalco si sobbarcherebbe il compito di dare voce a queste donne diverse ma comuni, una donna lesbica, scrittrice, attivista ha deciso di farlo. Si tratta di Cinzia Ricci che, senza affannarsi a cercare un editore che volesse dare spazio alla sua opera, ha affidato alla libertà e gratuità del web il frutto della sua inchiesta. "Borderline", all'indirizzo http://digilander.libero.it/borderline2003, è il risultato degli incontri che Cinzia ha avuto con alcune donne che non possono mostrarsi, dire il proprio nome, che vivono nell'ombra rinunciando ogni giorno a quelli che dovrebbero essere dei diritti e che, invece, sono solo privilegi. Donne sole o isolate, vessate o pacificate, silenziosamente in guerra o arrese, che non vanno in TV, non si fanno fotografare, non sono intervistate dai grandi media, che vivono il loro lesbismo nella solitudine, con scelte pagate a prezzi carissimi. L'inchiesta nasce dall'esigenza di dar voce al lesbismo sommerso, raccontare esistenze taciute, negate, impopolari, altrimenti destinate all'oblio. Il lavoro paziente di ricerca, di espressione verbale ed estetica di Cinzia Ricci, raccoglie in Borderline queste straordinarie testimonianze, offre la possibilità di guardarsi intorno attraverso lo sguardo inedito e inatteso delle sue protagoniste. Borderline parte con la storia di Mirella, 58 anni, un figlio trentottenne sposato, e del suo amore segreto per Antonia, conosciuta durante l'infanzia poi persa di vista e infine ritrovata per caso dopo la fine di un matrimonio. «Mi è rimasta accanto finché ha vissuto - racconta Mirella - fedele e premurosa sino all'ultimo. Siamo state insieme più di vent'anni, poi un cancro me l'ha portata via. Per mio figlio è stata più di un padre. Gli ha insegnato tutto: a giocare al pallone, a smontare e rimontare un motore, ad avere rispetto delle donne dimostrandogli che una donna può essere migliore di un uomo se glielo lasci fare, una donna è il miglior amico che un uomo possa desiderare». Mirella lavora in fabbrica, dove le capita ancora spesso di sentire i suoi colleghi fare battutacce contro i gay: «A volte - dice - vorrei vederli morti, altre li compiango perché non sanno quanta pienezza e felicità possano donarsi due persone che si amano per quello che sono, a dispetto delle convenzioni, di tutto e tutti». Dopo Mirella, c'è Paola che rifiuta di identificarsi come "lesbica" pur avendo una storia con una donna («Non ti pare un'operazione alquanto sporca quella di voler incasellare a tutti i costi l'umanità?» dice). E poi Eleonora: sposata a un uomo possessivo, Eleonora conosce Cristina, con cui nasce un amore potente, travolgente. Contro il quale il marito di lei lotterà fino a provocarne la morte. Due siti sostengono il lavoro di Cinzia Ricci: ALI (Alternativa Lesbica Italiana, comunità on-line a carattere nazionale, all'indirizzo www.a-l-i.biz) di cui Cinzia è co-fondatrice e TamLes (www.tamles.net), per la quale scrive infuocati editoriali. Due comunità lesbiche virtuali che hanno aiutato a creare, attraverso Borderline, un'occasione per guardare oltre i burqa che molte lesbiche indossano ogni giorno. |