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Aggiornato Domenica 02-Apr-2006

 

THE L WORD

 

In un momento storico, politico e culturale tanto sfavorevole per le persone omosessuali e transessuali italiane, La7 trasmette in chiaro l’ormai celeberrima serie TV “The L Word”.

Ne ho voluto testare l’impatto proponendone la visione ad alcuni amici e amiche omo e friendly che, pur non frequentando gli ambienti LGBT* e non interessandosi a forme d’intrattenimento di genere, ne avevano sentito parlare in toni molto entusiastici e perciò si sono prestati volentieri a questa specie di esperimento... I commenti sono stati terribili - durante e dopo la trasmissione. Ho spiegato che “The L Word” è una commediola pensata e prodotta per far quattrini senza badare alle conseguenze e che, sebbene rispecchi certa sotto-cultura americana, il modello lesbo-chic e le dinamiche relazionali/affettive descritte sono ormai acquisite nel nostro paese, simili alle loro, quindi è, da questo punto di vista, piuttosto calzante... Apriti cielo! Se il serial ha un tale effetto su persone che certamente non sono né ignoranti, né lesbofobiche o moraliste, posso immaginarmi cosa accade nella testa di tanti ignari e/o prevenuti spettatori.

Forse varrebbe la pena di riflettere sulle ragioni che fanno di “The L Word” un prodotto incondizionatamente gradito a un certo tipo di pubblico femminile, anche impegnato politicamente e culturalmente, comunque in qualche modo inserito nella micro-comunità lesbica, e poco o nulla agli/alle altre che anzi lo giudicano non solo sciocco ma anche dannosissimo perché spaccia per buoni (peggio: assodati) modelli comportamentali speculari al conformismo eterosessista e, dando una rappresentazione superficiale perlopiù deprimente del lesbismo e delle lesbiche (molte delle quali, per fortuna, non sono, non si identificano e non aspirano a diventare come le eroine del telefilm), finisce per rafforzare equivoci, diffidenze, luoghi comuni e preconcetti.

Personalmente condivido questa opinione.

C. Ricci

 

Le immagini di fiLmES sono tratte prevalentemente da materiali fotografici e grafici preesistenti, cartacei o web, modificati e riadattati dall'autrice. La riproduzione parziale e non a scopo commerciale del materiale pubblicato (immagini e testi) è consentita citando la fonte (indirizzo web) e l’autore (Cinzia Ricci o altri), diversamente tutti i diritti sono riservati.

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