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Il film si compone del cortometraggio «Collezione Particolare» (“Une collection particuliére”, immagini di strumenti erotici del passato) dello stesso W. Borowczyk, e di quattro episodi. «Teresa Filosofa» (con Charlotte Alexandra). A. D. 1980. Therese (Alexandra), rinchiusa per castigo in uno sgabuzzino dalla governante, trova un libro libertino e con un cetriolo, il suo pasto, scopre il piacere solitario in delirio mistico, quindi, fuggita attraverso i campi, è violentata da un uomo. «Erzsebet Bathory» (con Paloma Picasso, Pascale Christophe). A. D. 1610. La contessa ungherese Erzsebet Bathory (Picasso), per restare giovane deve fare il bagno nel sangue di giovani donne. Con l’aiuto del suo paggio lesbica (Christophe) attira nel suo castello le malcapitate, le coinvolge in orge dissennate e poi le uccide per dissanguarle. Il paggio la tradisce e lei fa una brutta fine. «La Marea» (da un racconto di André Pieyre de Mandiargues - con Fabrice Luchini, Lise Danvers). A. D. 1974. Su una scogliera normanna un ragazzo ventenne inizia al sesso orale la cugina sedicenne, facendo coincidere il ritmo dell'amplesso con il moto delle onde. «Lucrezia Borgia» (con Florence Bellamy, Jacopo Berinzi e Lorenzo Berinzi). A. D. 1498. Lucrezia Borgia (Bellamy), recatasi dal padre/amante Papa Alessandro VI (Jacopo Berinzi), si sbarazza del marito Giovanni Sforza e s’intrattiene incestuosamente anche con il fratello, Cesare Borgia (Lorenzo Berinzi). Denunciato dal domenicano Gerolamo Savonarola, finisce sul rogo.
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I dizionari consultati (dal "Morandini" al "Mereghetti") affermano che il film ebbe un discreto successo di critica e pubblico ma l'edizione italiana, tagliata di tredici minuti, con gli episodi impaginati in modo diverso, intercalati con spezzoni del documentario “Une collection particuliére” e corredati da un ridicolo commento di Giuseppe Berto, è inqualificabile. A leggere la trama viene il sospetto che, fatto salvo il valore formale, l'eleganza e la raffinatezza figurativa, tredici minuti meno o tredici minuti più non facciano poi una gran differenza. Insomma, un film pruriginoso, per amatori... del genere. C. Ricci
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Premiato con l’“Âge d'or”. |