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Aggiornato
Sabato 24-Nov-2012
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Mi chiamo Raffaele Ibba. Da circa 15 anni sono legato ad una montagna, una grande e bellissima montagna. So che ci sono valli e foreste, fiumi, laghi e deserti di sassi e sabbia, ghiacciai, piccole alpi verdeggianti di erbe e fiori. So che ci vivono animali dei generi più vari: piccoli, piccolissimi, invisibili, grandi giganteschi, imponenti, che col loro passaggio fanno ombra a tutte le vite attorno a loro, le rinfrescano e le intimidiscono. So di tutta questa vita perché ho incontrato altre persone, pure loro perse in questa montagna, alcune da migliaia di anni, e che mi raccontano quello che hanno visto ed incontrato: mi narrano un pezzo di questa bellissima montagna. Ormai anch’io sono unito a questa montagna e non me ne posso più andare via. Penso alla vita che facevo prima e mi appare vuota e senza scopo. Qui giro, mi perdo, mi ritrovo, scopro ogni giorno cose sempre più belle. So che alla fine di questa mia ricerca troverò forse solo alcuni piccoli granelli di sale, che saranno utili per insaporire qualche minestra di luce. Ma ne vale la pena, perché magari una mattina, appena sveglio oppure un pomeriggio quando il sole mi abbandona, una piccola farfalla, di quelle che vivono qui piene di tutti i colori del sole, si fermerà per qualche secondo sul mio viso, lasciando sopra le mie labbra una minuscola lacrima dei suoi colori. Per questo non posso andare via da questa montagna, né posso lasciare questa solitudine. Perché qui e solo qui so che c’è vita, quella che si appassiona e si nutre della bellezza. Quella bellezza che nasce solo dalle pieghe dei volti scavati dalla vita.
La foto è per farvi vedere che faccia ho. Poi per dirvi che, con questa faccia, insegno storia e filosofia in un liceo di Cagliari da poco più di vent’anni. Lavoro al sindacato scuola (CGIL) e, insieme a tanti altri, stiamo cercando di abolire la Moratti prima che lei abolisca la scuola. Devo dire che ho pubblicato anche - pure e perfino - un libro. Per ora uno soltanto. S’intitola “Il disonore dei canti” ed è stato pubblicato nel giugno 2003 dalle Edizioni della Meridiana di Firenze. Questa, qui a fianco, è la copertina del mio libro. Inoltre il mio nome e le mie poesie sono sparse un poco in giro per la rete; se mi cercate mi trovate.
Questa pagina non ha altro scopo se non di dire chi sono e che tutto quello che mi circonda nella realtà cerco di vederlo sempre nelle forme della bellezza. Solo perché non posso farne a meno. Ringrazio Cinzia per l’ospitalità e dedicandole questa poesia tratta da “Il disonore dei canti” e che, in qualche modo, la rappresenta bene.
Dall’acqua,
dal mare, dalle sue onde, Perciò
t’ascolto Così
Grazie a te, Raffaele. |