La città ucraina di Mižoch aveva una comunità ebraica composta da circa 1700 persone. Con la creazione del ghetto, tedeschi e nazionalisti istituirono a Luc'k (capoluogo dell'Oblast' di Volinia) un campo di lavoro in cui circa 500 giovani ebrei di Mižoch erano costretti a prestare la loro opera. Il 14 Ottobre del 1942, 1000 donne (molte incinta) e bambini del ghetto furono uccisi tramite fucilazione o sepolti vivi. Quando, nel dicembre del 1942, quello che rimaneva della comunità seppe che i tedeschi erano in procinto di liquidare definitivamente sia il campo, sia il ghetto, organizzarono la propria difesa: armati di asce, coltelli, rudimentali bombe incendiarie, acido, persino pistole e fucili a canne mozze rimediati chissà come, si batterono strenuamente per un giorno intero, poi furono sterminati dai nazisti. L'elaborazione documenta i massacri delle donne e dei bambini a Mižoch (prima e seconda foto a destra), Babi Yar (prima foto in alto a sinistra) e Liepaja (seconda e terza foto a sinistra). |
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