Auschwitz. La registrazione degli internati prevedeva, tra l'altro, l'assegnazione di un numero di matricola progressivo che ne avrebbe sostituito il nome. Il numero era tatuato sull'avambraccio sinistro, dapprima attraverso uno speciale timbro di metallo sul quale venivano fissate cifre interscambiabili, e successivamente attraverso il ricorso a singoli aghi. Dalla pratica del tatuaggio furono esentati i cittadini tedeschi ed i prigionieri "da educare", i detenuti provenienti da Varsavia in seguito all'insurrezione dell'agosto-settembre 1944 ed alcuni ebrei deportati dopo il 1944. |
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