Il campo di concentramento di Theresienstadt (noto anche come ghetto di Theresienstadt), fondato nel 1941 dalla Gestapo presso la città fortezza di Terezín che attualmente fa parte della Repubblica Ceca, è particolarmente significativo. Vi furono deportati circa 144.000 ebrei, dei quali un quarto (33.000) morì nel campo principalmente a causa delle pessime condizioni di vita. Circa 88.000 vennero deportati successivamente ad Auschwitz, Belzec, Majdanek ed altri campi di sterminio. Quando la guerra finì solo 17.247 erano ancora vivi. Il campo di Theresienstadt venne originariamente concepito per internare ebrei privilegiati provenienti dalla Germania, dalla Cecoslovacchia e dall'Austria. La città di Terezín era già conosciuta per la sua vivacità culturale e, dopo lo scoppio della guerra, molti importanti artisti, diplomatici, letterati e giuristi vi vennero deportati, trovandovi, nella maggior parte dei casi, la morte. A Theresienstadt, il regime nazista organizzò un'efficace messa in scena per zittire la Croce Rossa danese che chiedeva con troppa insistenza che fine facessero i suoi ebrei: trasformò il campo in un simpatico villaggio gentilmente offerto da Hitler ai suoi ospiti ebrei, in cui, rispettati e protetti, potevano svolgere attività culturali e ricreative tra negozi ben forniti, piccole camerette verniciate di fresco, bambini festanti e quant'altro. La finzione riuscì talmente bene che vi fu girato un film propagandistico per mostrare alla Germania e al mondo la magnanimità del Terzo Reich. Dopo le riprese, il regista e parte del cast furono deportati ad Auschwitz dove trovarono la morte nelle camere a gas. L'elaborazione mostra i compositori Gideon Klein, Hans Krása e Pavel Haas, alcune loro partiture e immagini dell'operetta per bambini di Hans Krása, "Brundibár", eseguita in occasione della visita della Croce Rosa Danese. Sullo sfondo, il treno che portava a Theresienstadt i deportati. |
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