Le recinzioni dei campi di concentramento e sterminio erano elettrificate per scoraggiare i tentativi di fuga o intrusione. Non erano infrequenti i casi di prigionieri che, per sfuggire alla prospettiva di morire nelle camere a gas, per le violenze subite, malattia o fame, scegliessero di suicidarsi scagliandovisi contro. Nell'immagine, una sopravvissuta del campo di concentramento di Penig. Intorno a lei, due foto che documentano il suicidio di altri internati.

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